Da Leopardi al Natale

Salvatore Savino *

Il gelo di Udine che sembrava aver bloccato il Napoli nel primo tempo, si è dovuto arrendere al calor bianco imposto dal Napoli stesso nella ripresa. Andata in vantaggio per pura combinazione, con un calcio di rigore per un istintiva quanto ingenua manina di Stani Lobotka, l’Udinese ha cullato sogni di gloria per qualche minuto, ma giusto l’intervallo e qualche spicciolo, poi ha dovuto farsi da parte. Parafrasando il grande personaggio dei fumetti di Bonvi, Nick Carter, potremmo dire che: mentre su Udine calavano le prime ombre della sera… tra i famosi per il loro senso di autodistruzione e pessimismo, davanti al quale persino il cuore di Giacomo Leopardi arrossirebbe, serpeggiava lo spettro della disfatta. Mi sembra di sentirli: “e si sapeva, mo’ pure Conte non ci sta capendo niente”, oppure “Ma quando ‘o leva a Lukaku ?” subito confortato dai “senza Kvara a stento ci possiamo salvare”, e così via. Qualcuno, ancora più tendente alla tragedia greca, si è spinto fin al: “ma questo se fa due sconfitte consecutive…il Presidente è meglio che lo caccia”. Poi, dopo una pausa di scena, “ma chille se sapeva, è juventino…”. Hai voglia di spiegare a questa gente che nel primo tempo il Napoli aveva stradominato, per possesso palla, per tiri, per corner. Secondo me, se si fossero potuti contare anche i tifosi sugli spalti, eravamo stati in vantaggio anche nel numero di “Borghetti’ bevuti, ma niente, non li smuovi. Questi sono quelli più duri da incontrare, sono i disfattisti per natura, quelli che se vinciamo è  un atto dovuto, ma se si pareggia o si perde, si è sbagliato tutto sin dall’origine dell’uomo. In realtà, nel secondo tempo di Udine, è semplicemente accaduto quel che la logica del calcio prevedeva: è bastato trovare la chiave per sbloccare la Muraglia Friulana e così, al primo filtrante, Lukaku, come da menu della casa, si è involato, portando con sé i centrali udinese, né più né meno di quanto accadde a San Siro con il Milan. Vista ed imparata la procedura, anche Zambo Anguissa ha voluto imitarlo, e, tra i due, il piccolo genietto della lampada ha spiegato perché in Brasile il calcio è poesia, e ha sciorinato uno slalom da medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali. Di conseguenza, i proseliti del pessimismo, come da prassi, hanno lanciato idealmente dalla finestra Il “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, e, con sorprendente trasformismo, hanno inneggiato a suon di sarò con te. Mah! Non riuscirò mai a comprenderli. Ma guardiamo in avanti: sabato pomeriggio, ormai un appuntamento fisso con la squadra del nostro cuore, e del resto, come recita l’omonima canzone, “senza te che farei… senza te morirei “, si va a trovare l’ex gemellata Genoa, che, molto probabilmente, come ha fatto nelle ultime gare, Vieira schiererà col sistema dell’autobus piazzato davanti alla propria area di rigore, alla ricerca di riuscire a portare a casa almeno un punto. L’assenza di Kvara, come visto già in terra friulana, non crea particolari patemi a Conte, avendo in David Neres un più che valido sostituto. A questo punto, siamo chiari, non deve far spaventare nemmeno l’assenza del neo infortunato Buongiorno. Nell’economia di una stagione, l’infortunio ci può stare, e fortunatamente quello di Alessandro, pur noioso, non è di estrema gravità. Per le gare contro Genoa e Venezia, si può tranquillamente ovviare, e le possibilità non mancano: dalle naturali sostituzioni per ruolo, siano esse la scelta di Juan Jesus o quella di Rafa Marin, alle variazioni più tattiche, come quella di Oliveira centrale con Spinazzola o Mazzocchi esterni, fino alla mirabolante idea di cambiare modulo e schierarsi con la linea a tre. Quest’ultima ipotesi è però, a mio parere, solo scolastica e teorica. Il tutto non deve però limitare quelle che dovranno comunque essere operazioni di mercato assolutamente necessarie se si vuol restare al vertice. E’ inderogabile l’acquisto di un centrale difensivo di grande qualità, che possa dare una fattiva collaborazione al duo titolare. Tante sono le situazioni di mercato che in tutte le squadre sono in ballo in questo periodo: c’è  chi vuol giocare di più, chi non si trova a suo agio con lo spogliatoio, chi ha ambizioni importanti e può lasciare un club minore. Lo staff dirigenziale azzurro, Manna in testa, ha sicuramente ben chiare le esigenze della squadra, i desiderata del tecnico, e non ho dubbi che, già nei primi giorni di gennaio, potremmo avere delle belle sorprese. L’ Atalanta nel frattempo continua a vincere, ma dovrà pur fermarsi, e bisognerà non farsi trovare impreparati, così come bisognerà non lasciar staccare l’Inter, che è di gran lunga la squadra più forte. Certo, come dicevamo la scorsa settimana, l’obiettivo del Napoli è e resta la qualificazione alla prossima Champions League, ma, come diciamo sempre, noi abbiamo un sogno nel cuore… Colgo l’occasione dell’articolo di questa settimana per per formulare i miei più calorosi auguri di un sereno Natale a tutti i tifosi del Napoli e alle loro famiglie, sperando che, al di là del calcio, si possa, senza retorica, ricevere tutti il regalo più bello: la pace. Non si possono più vedere bambini sotto le bombe, mentre altri aprono regali al calduccio delle loro case. I bambini sono bambini. Tutti. Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso Napoli