Massimo Ciccognani
Sarà pure ripetitivo, ma è la storia che parla, quella di Carlo Ancelotti. Trentuno titoli in carriera che bastano e avanzano per spiegare la grandezza di un uomo prima e del tecnico poi. Perché Carlo Ancelotti è prima di tutti un amico, uno psicologo, l’uomo sul quale i suioi calciatori possono sempre contare. Perché loi tratta con rispetto, con amore, come fossero figli suoi. Ed in realtà lo sono. Ed è per questo che non c’è persona che abbia avuto a che fare con Carlo Ancelotti, che non ne tessa le lodi.
E’ il più grande allenatore italiano di tutti i tempi, perché ovunque è andato è stato subito amato. Sa parlare con i ca pioni, li sa consigliare, lòi fa sempre sentiore importanti anche nei momenti di sostyituzioni dolorose, perchè parla con il linguaggio del cuore che non sa mentire. La qualità di Re Carlo è unica, sa gestire il gruppo come nessun altro, capace di risollevare la barca anche quando il mare è in burrasca. E quando alza minaccioso il sopracciglio, sono dolori. Per noi che viviano di Real madrid, è un orgoglio vederlo seduto su quella panchina, ancor di più oggi che dopo il successo di Doha, ha timbrato il quindicesimo trofeo con il Real. Nessuno come lui. Ha vinto ovunque: scudetto in Italia col Milan, in Premier col Chelsea, in Germania con il Bayern Monaco, in Francia con il Paris Saint Germain. La Champions poi, è casa sua. ne ha vinte cinque da allenatore, due con il Milan, tre con il Real, oltre a coppe e supercoppe nazionali, supercoppe europee, mondiali per club e cope intercontinentali. A Doha un alro riconoscimento, uno dei tanti, premiato dalla Fifa quale miglior allenatore.Perché Carlo Ancelotti conosce solo una parola, vincere, vincere e vincere ancora. Mai sazio perché il bello per lui, deve ancora venire.
Lo chiamano Re Carlo, Carlo Magno, Re di Coppe, per noi semplicemente The Best, el mejor. Quasi un Re Mida perché tutto quello che tocca, inevitabilmente diventa oro. Una storia cominciata nel 2003, all’Old Trafford di Manchester, il Teatro dei Sogni. E lì il sogno di Carlo è diventato realtà. Lo avevanodefinito perdente di lusso ai tempi della Juventus, che per ironia del destino, è stata la sua prima vittima, in quella notte di Manchester , quando è iniziata la storia che vi abbiamo appena raccontato. La vittoria con il Milan nella finale di Champions e la storia riscritta. Leader silenzioso, mai spocchioso, mai una parola fuori posto, amico dei calciatori con i quali canta e balla. Un amico di tutti i giorni, un extraterrestre in panchina. L’ho visto con le lacrime agli occhi nella semifinale contro il Citt al Bernabeu, abbracciare i figlio Davide, e sciogliersi. A Napoli pensavano stesse svernando, che avesse inserito nello staff il figlio Davide per fargli spazio. Ma Davide, di calcio ne mastica e pure parecchio. VCarlo ha sbagliato poco o nulla in carriera, per questo è il più grande di tutti, in assoluto. E ogni qualvolta lo speaker del Bernabeu annuncia: “entrenador Carlo Ancelotti”, il cuore batte a mille, perché Carlo Magno, permettecelo, è un orgoglio tutto italiano, di cui andiamo profondamente fieri. Grazie Carlo, la tua storia è leggenda.