Salvatore Savino *
L’ effetto è stato quello di quando si viene svegliati di soprassalto mentre si sta facendo un bel sogno, di quando si è andati a letto dopo aver bevuto una buona tisana calda, e, alle prime luci dell’alba, qualcuno ha spalancato il balcone. Dopo la vittoria contro il Milan a San Siro, cui il trionfo del Bernabeu in Champions ha dato ulteriore lustro, domenica, prima di pranzo, eravamo pronti alla sfida con l’Atalanta, con l’entusiasmo che ancora ci riempiva l’anima, con la piena convinzione, per altro avvalorata dai fatti, di essere una squadra fortissimi, per dirla alla Checco Zalone. Sono passati pochi minuti perché invece, nelle case dei napoletani, il ragù smettesse di “pappuliare” nei tegami, perché gli ziti spezzati restassero abbandonati nella loro confezione, orfani della “genovese”, che non riempiva più col suo inconfondibile aroma le cucine dai fornelli ormai spenti per la delusione. Addirittura, c’è stato chi aveva organizzato di andare un attimo in pasticceria alla fine del primo tempo, per onorare il pranzo domenicale, ma poi, visto il risultato, si è dovuto ricredere: il babbà’ è una cosa seria, direbbe Marisa Laurito, e il momento non consentiva distrazioni dolciarie. Gasperini aveva studiato molto bene il suo avversario, e lo immagino nelle stanze di Zingonia, con i suoi assistenti, osservare quasi al microscopio le precedenti partite degli azzurri: la forza difensiva del Napoli era essenzialmente nella capacità dei due centrali supportati dagli esterni nei momenti più difficili? Di rendere del tutto inoffensive le punte avversarie? E allora togliamoglieli questi riferimenti! Avrà tuonato il tecnico di Grugliasco negli spogliatoi. Detto Fatto: fuori il capocannoniere Retegui e in campo due attaccanti più lontani dall’area, liberi di svariare sugli esterni come al centro, in quella zona del campo troppo lontana dai centrali difensivi per marcarli stretto e troppo imprevedibili perché qualche centrocampista potesse supportare i difensori in chiusura. A questa mossa Conte non ha risposto: sulla scacchiera, alla mossa dell’avversario, il tecnico azzurro non ha opposto soluzioni, nemmeno un pedone si è sciolto dal vincolo iniziale predisposto dall’Antonio Salentino, e così, libero di affondare i propri colpi, Lookman ha puntato il meno difensore della linea azzurra, il capitano Di Lorenzo, e prima gli passa alle spalle su un pallone rimesso in area dopo una respinta avventata di Oliveira, tirando sul palo del portiere Meret, che non riesce a parare, e poi, senza essere minimamente pressato, si costruisce un tiro dal limite, anche questo con l’intervento non all’altezza di Meret e la Dea si trova sul 2 a 0. Risulta purtroppo un episodio avulso dall’andamento della gara il pur bellissimo tiro di McTominay stampatosi sul palo alla sinistra di Carnesecchi, che avrebbe potuto dare almeno il momentaneo pari agli azzurri. A differenza di quanto visto nelle precedenti partite, in questa occasione non si è sentita la mano di Conte: i cambi sono stati tardivi, e probabilmente non erano le giuste contromosse alle scelte operate da Gasperini. La terza rete degli orobici, di Retegui, di cui francamente non comprendiamo l’eccessivo entusiasmo, con il lancio della maglietta (a proposito, il giocatore non è stato ammonito, come prevederebbe il regolamento, forse perché l’arbitro era impegnato a sedare la lite Mazzocchi-Djimsiti, dopo essersi invece ricordato di ammonire David Neres per proteste), nulla aggiunge alla gara. Guardiamo avanti: domenica sera il Napoli è atteso all’appuntamento più importante dall’inizio della stagione. Si andrà di nuovo a San Siro, questa volta in casa dell’Inter campione d’Italia in carica, e immediata inseguitrice in classifica. L’Inter è squadra fortissima, ovviamente la maggior candidata alla vittoria del titolo, al di là di ogni dichiarazione dovuta a scaramanzia o a liberarsi da una responsabilità, ma non ha le caratteristiche dell’Atalanta. Conte ha modo, immediatamente, di riprendere il cammino vincente che aveva intrapreso prima della gara con la Dea. E’ una gara difficile sia dal punto di vista tecnico tattico che ambientale, e non diciamo nulla di nuovo se riteniamo che non siamo proprio benvoluti in casa Inter, così come non diciamo un’eresia se ci preoccupiamo anticipatamente della gestione della gara per quanto riguarda la terna, o, considerando Var ed Avar, la cinquina arbitrale, ma il Napoli deve dimostrare che quella con l’Atalanta è stato solo uno scivolone, brutto e doloroso quanto si vuole, ma uno scivolone, dopo il quale bisogna subito rialzarsi. Il mister dagli occhi di ghiaccio, nella clausura di Castel Volturno, starà già studiando e provando senza sosta le mosse per portare a casa il risultato, e stavolta dovremo essere noi a sorprendere l’avversario, a metterlo in difficoltà, a ricordargli che, poco prima di loro, i campioni d’Italia siamo stati noi, e faremo di tutto per tornare ad esserlo. Potrebbe rientrare Lobotka, ma ad oggi non sappiamo chi saranno i disponibili né quali saranno i più adatti alle strategie preparate dal tecnico, ma sappiamo che vogliamo tornare subito ad essere il Napoli che porta a casa i punti, che non teme l’avversario, che ha la forza fisica e la mentalità per battere chiunque. I calciatori azzurri dovranno scendere in campo quindi carichi, convinti dei propri mezzi, senza nessuna paura, e solo così potranno tornare a casa col carniere pieno, che ci consentirebbe di mantenere la testa della classifica e, perché no, di provare ad allungare. Noi, come sempre, ci crediamo. Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli