Massimo Ciccognani
Parola d’ordine ripartire dopo la delusione tedesca a Euro 2024. L’occasione arriva dalla Nations League che si metterà in moto nei prossimi giorni. Da oggi azzurri in ritiro a Coverciano per preparare le gare con Francia e Israele. Si ricomincia da Luciano Spalletti, e inevitabile ripassare dal tonfo con la Svizzera. “Ho trascorso una brutta estate, bruttissima. Quando si parla di fallimento europeo bisogna fare un’analisi un po’ più corretta, perché secondo me andrebbe riferito solo a quella gara lì, con la Svizzera, che è stata bruttissima. Contro la Spagna abbiamo fatto male, siamo stati messi sotto, poi però la loro vittoria del torneo ridimensiona un po’ quella brutta partita. Contro la Svizzera invece non abbiamo onorato la nostra forza e la nostra storia: mi sento responsabile di ciò che è successo. Tutto ciò che mi succede intorno dipende sempre da me al 100%, forse dò un 1% anche ai miei collaboratori, ma i giocatori non hanno questa responsabilità. Probabilmente gli ho messo troppa pressione addosso e non gli ho dato la possibilità di gustarsi la maglia dell’Italia”.
La voglia è quella di ripartire nella maniera giusta: “Quello di oggi è un giorno bello per me e per i ragazzi, ci si ritrova qui a far parte della Nazionale. Abbiamo tutte le caratteristiche per poter far bene. Abbiamo a che fare con una squadra che ha grande qualità, grande possibilità di livellamento verso l’alto. È chiaro che poi a fare la differenza sono la condizione fisica e lo svolgimento interpretativo e di richiesta della partita, ciò che fai nella partita fa la differenza e in questo tenteremo di lasciarli più liberi per mettere in pratica la loro qualità perché di qualità ne hanno”.
Guardare avanti al nuovo obiettivo, la Nations League e poi le qualificazioni per il mondiale del 2026. “Io devo essere attento nel prendere cose nuove per portare un messaggio differente, devo essere il primo a credere che si abbia una forza differente rispetto a ciò che abbiamo fatto vedere. Sono il primo a non volersi arrendere di fronte a qualsiasi difficoltà e ad avere fiducia nel lavoro che posso portare avanti. Non hanno responsabilità i giocatori che erano con me in Germania e nemmeno quelli che sono rimasti a casa. Ora si volta pagina e visto che adesso bisogna analizzare anche la carta d’identità credo sia questo il momento per fare qualcosa di differente. Questo, inevitabilmente, andrà a escludere altri calciatori. Vado a creare un nuovo gruppo, una nuova squadra, trasferendo loro meno pressione e facendo sentire di più la bellezza della maglia azzurra”.
Capitolo convocati, dentro Tonali, fuori Chiesa. Spiega tutto il Ct. “Con Chiesa ci siamo sentiti e abbiamo fatto una valutazione equilibrata. Io l’avrei portato come giocatore in più, non facendolo partecipare alle due partite. Lui mi ha detto che aveva parlato con il Liverpool, e aveva bisogno di fare una preparazione specifica per lavorare con loro. C’era bisogno di sviluppare un periodo di allenamento forte, duro, deve adeguarsi ai nuovi metodi di lavoro e dopo i colloqui tra me e il calciatore e quelli tra Federico e il Liverpool, eravamo convinti che lui dovesse sviluppare questo lavoro. Può stare sereno per rientrare poi in questo gruppo. Tonali invece s’è allenato regolarmente, è un giocatore sul quale noi riponiamo molta fiducia. È uno di quelli che ho sentito più di tutti in questo periodo, il ragazzo ha riflettuto molto e questo è un motivo in più per portarlo con noi”.
Spalletti è pronto a cambiare del tutto anche l’attenzione tattica. “Nelle riflessioni cui facevamo riferimento prima, c’è anche la tattica della squadra. Nelle richieste un po’ troppo esigenti c’era anche quella di difendere a quattro e costruire a tre, di cambiare vestito durante la partita e probabilmente quello è stato un errore. Ora questo dubbio voglio toglierlo: giocheremo sempre 3-5-2 o 3-4-2-1. In avanti si sarà un po’ più liberi di interpretare le qualità che si hanno, ma il sistema è quello. Ho riflettuto, probabilmente devo fare qualcosa in maniera diversa e questa è una delle cose che cambierò. Ricci? Ha sempre fatto il mediano davanti alla difesa e il fatto che possa giocare anche a centrocampo è un qualcosa in più. È un vantaggio. Ne ho convocati 23 precisi e anche questo è figlio di ciò che ho pensato e visto: chiamandone di più poi gli allenamenti non vengono al meglio, sei lì continuamente a cambiare e loro non sono liberi di allenarsi al meglio. E poi così si sentiranno totalmente dentro il progetto di queste due partite”.
La lingua batte dove il dente duole e la sconfitta contro la Svizzera, chw ha fatto malissimo a tutti. “Sono 30 anni che faccio questo lavoro e non ho ricordi di una mia squadra che non ha lottato come quella squadra lì. Abbiamo fatto poco. Bisogna essere obiettivi e fare le giuste valutazioni: io spero che anche altri calciatori abbiano avuto il malessere che ho avuto io durante l’estate. Io non ho fatto altro che ripensare al ritorno in Nazionale: sono stato tre giorni a Ponza e poi sempre in campagna a casa mia, non sono andato da nessuna parte. Mi dava fastidio aver fatto vivere un momento come la partita contro la Svizzera ai tifosi dell’Italia”.
In vista di Francia e Israele, da valutare solo le condizioni di Bastoni. “Abbiamo visto cosa è successo durante la partita, l’ha chiamato Buffon e poi io. I dottori erano stati un po’ più pessimisti, mentre lui è stato molto più ottimista sulla possibilità di mettere tutto a posto in pochi giorni. E questo già da sabato mattina. Oggi aveva ancora quell’idea, si valuterà di giorno in giorno e poi si prenderanno le corrette decisioni”.
E poi subito in campo, per preparare l’esordio al Parco dei principi contro la Francia. C’è da lavorare, Spalletti lo sa benissimo, ma il lavoro non gli ha mai fatto difetto.