Il Barça e le sue porte girevoli

Nella foto: l'esultanza di Nico Williams - Credit Uefa - (Photo by Matt McNulty - UEFA/UEFA via Getty Images)

Carlo Bianchi

Passato il d-day ed il tripudio di folla alla presentazione di Mbappé molti accostano la Casa Blanca al Circo Barça. Una situazione quella in casa blaugrana davvero paradossale con l’acrobata Laporta che ha pensato bene di far fuori l’ex amato Xavi Hernández per consegnare la squadra nelle mani del domatore Hansi Flick, allenatore in cerca di riscatto e fra quelli disponibili a buon mercato sulla piazza. Il tempo dei saltimbanchi contabili è finito ed è ora di cambiare rotta, bandite le facce da clown. Prima di Flick si pensava nell’ottica del diffuso risparmio di nominare Rafa Márquez come primo allenatore promuovendolo dal Barça Atlètic. Ciò non è stato ed il messicano ha pensato bene di togliere il disturbo per affiancare Javier Aguirre come secondo della selezione messicana. Ben fatto. Il Barcellona si presenta comunque ai nastri di partenza con alcuni problemi irrisolti. Il primo riguarda la fine dei lavori del nuovo Spotify Camp Nou, tempi che tutti vorrebbero accelerare, visto che ogni settimana passata lassù al Montjuic costituisce una perdita per le asfittiche casse del club. Esiste poi il contratto con la Nike con scadenza 2028 e che il Presidente, questa volta nei panni del prestigiatore, vorrebbe rinegoziare ma che la UEFA ha dichiarato essere tuttora vigente. Passando poi al mercato e l’ormai famosa relazione 1/1, ossia per un acquisto che si voglia fare bisogna vendere e soprattutto regolare la massa salariale he rimane sotto stretto controllo de LaLiga. Qui la vicenda si fa complicata in quanto nel mirino della dirigenza ci sono Nico Williams (l’Athletic lo lascerebe solo pagando la clausola di 58 milioni che con l’IVA diventerebbero 70), Dani Olmo (un catalano cresciuto alla Massia sul quale il club anni fa non fece affidamento e che si è dimostrato fra i migliori della Roja nello scorso Europeo) e dulcis in fundo Mikel Merino, proprietà della Real Sociedad (contratto che scade nel 2025 e richiesta basca di 40 milioni). Ma da dove arriveranno gli euro per portare i tre nazionali a vestire la nuova camiseta blaugrana (la nova semarreta in perfetto catalano)? Non si sa e qui bisognerà chiamare un illusionista di fama mondiale poiché il trapezista Deco, suo direttore tecnico, non sarebbe suficiente. Un esercizio di indubbie difficoltà e senza l’aiuto della rete di protezione che l’anno scorso stese LaLiga. Certo che poter schierare a fianco di Lewandovski la coppia terribile Williams-Lamine Yamal non sarebbe cosa da poco. I problemi comunque riguardano soprattutto la difesa visto il recente infortunio di Araújo oltre all’incerta conferma di Cancelo (ritornato per il momento al City), ed è proprio questo il reparto più debole.  Parlavamo infine della nuova camiseta con i colori del club divisi in due metà per richiamare la divisa dell’anno di fondazione e quella utilizzata per il centenario. Sarà veramente questa la svolta che i tifosi tutti si augurano? Molti lo dubitano anche perché pensando al Real Madrid sul volto candido di un Pierrot cadde una lacrima.




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