Salvatore Savino *
Finalmente è finita. La più brutta stagione dell’era Adl si è definitivamente conclusa con l’ultima vergognosa esibizione del Maradona contro un Lecce salvo e senza grandi ambizioni, che comunque è stato capace di portar via il pari. Le notizie che arrivavano da Bergamo teoricamente aprivano il cuore alla speranza, ad un piccolo possibile spiraglio per entrare in Europa, magari dalla porticina di servizio. Ma il Napoli è riuscito, con ineffabile coerenza, a non vincere nemmeno l’ultima. Con una punta di egoismo, vien da dire meno male che la Viola non ha vinto la finale di Conference, almeno il rammarico è più contenuto. Resta un’altra esibizione penosa, culminata con un gesto che almeno a me è parso un chiaro rimando alla cattiva gestione delle risorse e ad uno spogliatoio forse non coeso e non in sintonia con il peraltro temporaneo allenatore. Non avrebbe altrimenti spiegazioni la sostituzione di Di Lorenzo a pochi minuti dalla fine, dopo quanto si è letto sul capitano in settimana, se non quello di esporlo alla contestazione. Il carosello delle panchine che riguarderà quest’estate tante squadre, dalla Juve al Milan, alla Fiorentina, al Bologna, al Torino, ad altre, vede al centro del dibattito anche e soprattutto il Napoli, passato con estrema velocità dagli altari alla polvere. Ormai sembra quasi certo l’approdo sulla panchina azzurra di Antonio Conte. È l’uomo del pugno di ferro, degli allenamenti duri, è quello che pretende sempre il meglio da tutti. Dopo un anno di gestioni tecniche, quantomeno leggere, forse uno che sia universalmente riconosciuto come un leader e un vincente, era davvero l’unica soluzione plausibile per una società che si è trovata, anche e soprattutto per errori propri, a gettare nel fango uno scudetto vinto pochi mesi prima. Sicuramente, un allenatore come Conte, così come accadde con Ancelotti, anche se con modi diversi, rappresenta anche un enorme parafulmine per Adl. Nessuno, nemmeno tra i tifosi più contrari alla gestione De Laurentiis, potrebbe criticare la scelta del salentino come l’ uomo giusto per tornare al successo: si aspetta con ansia quindi la firma dell’allenatore, per poter cominciare quanto prima le operazioni di mercato, che si prospettano particolarmente complicate. Innanzitutto, bisognerà vedere le idee del mister, su quali degli uomini attualmente inorganico voglia contare, al di là delle dichiarazioni, sappiamo tutti che nel calcio regna sovrana la variazione di pensiero, per cui una manifesta voglia di addio può repentinamente sfociare in una dichiarazione d’amore infinito. Sull’aspetto tattico e sul sistema che l’allenatore vorrà adottare nella sua avventura alle falde del Vesuvio, non è opportuno ancora approfondirci. Un tecnico con l’esperienza di Conte è certamente in grado di applicare qualunque sistema di gioco, dalla difesa a tre adottata negli ultimi anni, a quella a quattro, dalle due punte addirittura ai quattro attaccanti come a Siena. Sarà importante piuttosto vedere come vorrà lui muovere le pedine del mercato. Leggere in questi giorni le notizie sul prossimo mercato azzurro, mette un’ansia addosso che fa tremare i polsi: qualcuno vuole andar via ad ogni costo, qualcuno vorrebbe invece restare per rifarsi e ricostruire il rapporto con il pubblico partenopeo. Conterà ovviamente il parere dell’allenatore, e qui si brancola nel buio. Secondo qualche esperto, Conte vorrebbe trattenere a tutti i costi almeno qualcuno dei senatori, mentre per qualche altro esperto invece, il mister sarebbe orientato a rinnovare completamente lo spogliatoio. A sbrogliare la matassa Adl è tornato ad avvalersi di professionisti: Giovanni Manna ha assunto il ruolo lasciato vacante da Giuntoli, e sin dai primi giorni si è tuffato a capofitto nel lavoro. Si dice inoltre che Conte abbia chiesto la possibilità di avere accanto, al di là delle figure dello staff tecnico più ristretto, un uomo di carisma come Lele Oriali, e un nome del genere é un chiaro segnale di qualità. Ci si augura, soprattutto perché scottati dal recente passato, che professionisti del calibro di Sinatti ad esempio, vengano trattenuti dalla società per evitare che si debba ancora recriminare in futuro per la scarsa condizione della rosa. Per quanto riguarda i calciatori, data per scontata la sostituzione di Victor Osimhen, in partenza, così come quella di Zielinski (triste non avergli concesso una passerella di saluto dopo tanti anni azzurri ) e delle varie figure prese forse senza approfondire, come Traore, Dendonker, bisogna solo attendere. Tutto dipenderà da Conte. Come detto, deve essere lui ad indicare la rotta da seguire. Noi saremo presenti e vigili su ogni mossa della società e del tecnico. Il credito maturato con lo scudetto è stato bruciato dalla società con questa annata indegna, ed è per questo che saremo intolleranti: ci vogliono scelte importanti e calciatori importanti, non è il tempo delle scommesse al buio, non è il tempo del “vediamo come va a finire”. Oggi è il tempo della rivincita. Il popolo azzurro ha il diritto di gioire e di lottare per vincere. Il popolo azzurro non ha mai mollato, nemmeno dopo essere stato umiliato sui campi di mezza Italia. Chiunque verrà a lavorare per questa società, rammenti sempre che dietro questa maglia c’è una città, un popolo, un orgoglio e una dignità, e nessuno potrà mai più permettersi di ignorare questo amore. Forza Napoli Sempre.
*Scrittore, tifoso Napoli