Premier. Liverpool, altro flop

Nella foto: Jurgen Klopp - Credits Uefa - (Photo by Alex Livesey - UEFA/UEFA via Getty Images)

Daniele Oliviero

Altra giornata no per il Liverpool, che con il pari in casa del West Ham finisci per dire addio alle ultime speranze nella corsa al titolo. Il match che apre la 35esima giornata finisce 2-2, i Reds rimontano il vantaggio di Bowen con Robertson e un’autorete di Areola, ma meno di un quarto d’ora dalla fine gli Hammers la riacciuffano con Antonio. Secondo tempo agitato sulla panchina del Liverpool per un’accesa lite tra Klopp e Salah, che è continuanta nel post-partita. 

Il Liverpool saluta il titolo

I Reds partono subito prendendo il sopravvento sui padroni di casa, con quest’ultimi che fanno fatica ad imporsi. La furia degli ospiti si accende dopo dieci minuti con Elliot che a botta sicura manda a lato. Ci prova Alexander Arnold su punizione con il terzino che manca il bersaglio di pochissimo. Al trentesimo i Reds si procurano un rigore ma il var annulla per fuorigioco. Ancora Elliott che ci prova di nuovo, ma anche questa volta non va. Si fa vedere anche Gakpo che a rimorchio manda alle stelle. Diaz è di sicuro quello che più si avvicina al vantaggio, prendendo un palo esterno dopo essersi bevuto due difensori. Negli ultimi stenti del primo tempo gli Hammers provano a ribellarsi con un tiro deviato che mette in difficoltà Alisson, il portiere spedisce in angolo. Proprio da corner arriva il vantaggio del West Ham con l’incornata vincente di Bowen, che manda a riposo i Reds sotto di 1-0 nonostante il dominio di quest’ultimi. 
Nella ripresa i Reds non perdono tempo e grazie a Robertson, che nella mischia trova uno spiraglio, trovano il pari dopo pochi minuti. 1-1 e i Reds la riprendono. Poco dopo Gakpo sfiora il raddoppio con un grandissimo tacco ma l’olandese non aggancia e perde l’occasione d’eurogol. Galvanizzato dal pari il Liverpool riprende il possesso del match, rimanendo costantemente affacciata nell’area avversaria. Gravenbergh spadroneggia in mezzo al campo, con le sue bombe dalla distanza sempre minacciose. E il vantaggio del Liverpool arriva a metà ripresa da un tiro dell’ex Bayern Monaco che prima sbatte sul ginocchio di Soucek poi su Areola. Sarà il portiere francese l’ultimo a toccare e spedire il pallone in rete. Ma gli Hammers non ne vogliono sapere di gettare la spugna e a ridosso dell’ottantesimo riprendono il match con Antonio, che su assist di Bowen schiaccia di testa e supera Alisson. Torna l’equilibrio con il 2-2. Klopp pesca forze fresche dalla panchina: fuori Endo, Diaz, e Alexander Arnold, dentro Nunez, Gomez e Salah. Il Liverpool in versione Toro Scatenato, ma gli Hammers incassano bene i suoi colpi. Si divora le mani Elliott, che scheggia la traversa dopo un contropiede iniziato da Salah. Nel recupero l’ultimissima carta giocata dagli ospiti è Szoboszlai, ma non basta ad incidere e al triplice fischio finisce 2-2. 
I Reds vedono volare via anche le ultime briciole di speranze per il titolo, ormai naufragato dopo una settimana in cui ha raccolto un solo punto in due partite. La squadra di Klopp sale a 75, ma in caso di vittoria domani della capolista Arsenal (77) e del City secondo (76) diventerebbe quasi impossibile mantenere il loro passo. Inoltre, i Citizens hanno un recupero da disputare a maggio. Con solo tre giornate rimaste ai Reds non sarebbe sufficiente nemmeno la migliore delle imprese. 

Il crollo fisico e mentale dei Reds

Nervi molto tesi sulla panchina del Liverpool durante la partita con il West Ham. Nel momento dei cambi, al minuto ‘78, Salah scambia qualche parola con Klopp, dal quale però nasce una lite piuttosto animata da vari gesti e nervosismo. Ci ha pensato poi Nunez ad allontanare il compagno d’attacco. Dietro la reazione dell’egiziano potrebbe esserci stata la scelta del tecnico tedesco di non schierarlo in campo dal primo minuto, ma di farlo subentrare a partita in corso, a quasi dieci dalla fine. Nel post-partita Klopp sembrerebbe spegnere qualsiasi miccia che potrebbe far scoppiare un incendio interno: “Ne abbiamo parlato in spogliatoio. Per me la questione è chiusa e non c’è altro da dire. Penso che sia una questione chiusa anche per lui” ha detto il tecnico tedesco in modo molto scocciato. La storia potrebbe terminare qui, ma mentre esce dal London Stadium Salah dice qualcosa di piccante ai microfoni dei giornalisti: “Scusate ragazzi, ma se parlo oggi faccio fuoco e fiamme”. A detta dell’egiziano, che ha un contratto in scadenza nel 2025, la storia non sembrerebbe chiusa. La sensazione è che i Reds siano vicini al crollo totale; da un punto di vista fisico non sono più in grado di gestire la situazione infortuni e i risultati negativi che ne conseguono, da quello mentale, forse il più grave, si sono fatti sopraffare dalle emozioni mostrando tutta la loro frustrazione per un pari immeritato. 

Sheffield retrocesso, United beffato all’ultimo

Nelle altre partite il Newcastle schiaccia lo Sheffield per 5-1 facendoli retrocedere in Championship. Le Blades sono la prima squadra della stagione a lasciarci dopo 3 vittorie su 35. 

Lo United viene fermato negli ultimi minuti da Amdouni che sigla l’1-1. Ai Red Devils il gol a dieci dalla fine di Antony non basta per conquistare i tre punti, con i quali avrebbero potuto allungare dalle Megpies, che ora invece sono a –1 dal sesto posto. 

Aston Villa stecca la sua corsa in Champions con un 2-2 contro il Chelsea. Al Villa Park i padroni vanno avanti con un autogol di Cucurella e raddoppiano con Rogers, ma i Blues rimontano con Madueke e Gallagher. I Villers si fermano a 67, e domani il Tottenham ha l’occasione per poter accorciare dalla quarta posizione che vale l’ultimo posto diretto in Champions 

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