L’Inter si regala derby, scudetto e seconda stella

Nella foto: la festa nerazzurra (foto Daniele Buffa/Image Sport)

Armando De Paolis

MILANO Neppure il migliore degli sceneggiatori avrebbe potuto ipotizzare un finale del genere. L’Inter che vince lo scudetto, il ventesimo della sua storia, proprio nel giorno del derby e in casa dei cugini, beh, ci voleva tanta fantasia. E invece è andata così, con il cielo sopra Milano che stanotte è tutto nero e azzurro, come i colori della Beneamata che non solo ha vinto, ma stravinto una stagione dominata dall’alto di una superiorità tecnico tattica mai messa in discussione. Un titolo arrivato con cinque giornate d’anticipo sulla fine della stagione. Cercato, inseguito con il carattere, la determinazione, la straordinaria qualità di una squadra plasmata ad immagine e somiglianza del suo condottiero, ovvero Simone Inzaghi. Poi, è arrivata anche la spensieratezza di chi si è reso conto di una superiorità tecnico-tattica semplicemente devastante.  L’ha vinta Simone Inzaghi che col tempo ha indurito io carattere, ha evitato gli errori del passato, quelli che due anni fa avevano permesso proprio al Milan di vincere il titolo perdendo amaramente a Bologna, gli stessi errori dello scorso anno quando non riuscì a tenere testa al Napoli, complice le troppe sconfitte on campionato. Ma arrivando in finale di Champions. E proprio Istanbul è stato il trampolino di lancio, la consapevolezza di una qualità indissolubile. Ha cambiato tanto, ma non ha perso la qualità l’Inter che con scelte coraggiose ha portato in nerazzurro autentiche scommesse, che il campo ha dimostrato vincenti. E così la storia è riscritta e l’Inter torna meritatamente sul tetto d’Italia.

Sblocca Acerbi Bella anzi, bellissima, quasi una sfida da calcio inglese per emozioni, intensità e qualità in mezzo al campo, giocata da entrambe a viso aperto, senza soluzioni di continuità. Non c’è stato un attimo di respiro, qualità a tutto tondo. L’ha vinta l’Inter con la forza dei nervi distesi, è andata avanti dopo una ventina di minuti grazie al colpo di testa di Francesco Acerbi che sul cross di Dimarco prolungato da Pavard, ha colpito in beata solitudine. E lì la partita si è accesa perché il Milan non voleva veder festeggiare i cugini sotto gli occhi. Lautaro si è divorato il facile 2-0 ma tutto solo in area, impatta malissimo sul pallone. A livello di intensità c’è anche il Milan che ha pagato, oltre alla qualità dell’Inter, la mancanza di sostanza nella sedici metri avversaria. Poi Thuram sfiora il palo, salgono in cattedra Maignan e Sommer che dicono no alle percussioni di Calabria e Mkhitaryan e l’Inter va al riposo rammaricata per un punteggio che poteva essere più rotondo.

Raddoppia Thuram C’è giusto il tempo di allacciarsi le cinture che l’Inter raddoppia. La firma è quella di Thuram che si accentra indisturbato all’area avversaria e dal limite fulmina Maignan. Una fiammata che scalda la San Siro nerazzurra. Il Milan non reagisce, è sulle gambe, la Nord nerazzurra è pronta alla festa, i cugini intorpiditi da un doppio vantaggio mortifero. Ma il Milan non molla, non ci sta, vuole dimostrare di esserci. E a dieci dalla fine, con la forza della disperazione, la riapre con l’orgoglio di Tomori. Chukweze mette in mezzo, sponda di Leao, Gabbia ci mette la testa e Sommer riesce a deviare sul palo e Tomori ribadisce in rete a portas vuota.

Accorcia Tomori poi, la festa Finale incandescente, con il Milan che ci prova in tutte le maniere a rimandare la festa nerazzurra. Con l’Inter adesso a difendere a denti stretti vantaggio e scudetto. Mischione in area nerazzurra, ma Okafor non arriva sul pallone. Spinge il Milan, Inter a denti stretti. Cinque di recupero, tutti da vivere. E’ un finale pazzesco, ma non c’è più tempo, se non per una rissa finale: ne fanno le spese Theo Hernandez e Dumfries che guadagnano anzitempo la via degli spogliatoi.  Ma il risultato non cambia più, e quando l’arbitro Colombo fischia la fine, inizia la festa nerazzurra che continuerà per tutta la notte per le strade di Milano. L’Inter è campione d’Italia per la ventesima volta nella sua storia, si cuce sul petto la seconda stella. Sorride Inzaghi, sorride tutta l’Inter. La festa può cominciare.

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