Pellegrini e Barella domano l’Ecuador: l’Italia va

Massimo Ciccognani

NEW YORK Due gol, uno per tempo, di Pellegrini e Barella, e l’Italia va. Vince la seconda sfida americana piegando un volitivo quanto tenace Ecuador. Partita dai due volti, Italia brillantissima nella prima frazione dove poteva fare anche un gol in più, meno bella nella ripresa quando ha subito il ritorno dei sudamericani. Ma ha sempre tenuto la barra dritta, s’è difesa, bene, e nel finale l’ha chiusa. Si poteva fare di meglio? Forse, ma questa Italia, può solo crescere.

Secondo test Dal caldo della Florida al freddo di New York, il passo è stato un autentico battito di ciglia per la nostra nazionale, chiamata ad un lungo trasferimento per chiudere questa parentesi americana. Un impianto bellissimo, moderno e funzionale, la Rud Bull Arena ad Harrison a New York, oltre il Lincoln Highway Hackensack River Bridge, che divide le due sponde della City verso il New Jersey. Uno stadio piccolino, appena 25mila posti a sedere, un gioiello, progettato dallo studio Rossetti, specialista nel settore con sede a Detroit. E nella seconda partita della spedizione americana, il ct Spalletti cambia quasi completamente l’ossatura della squadra, ma non la voglia di sperimentare la difesa a tre che in molti, nel nostro campionato, prediligono. L’atteggiamento è lo stesso di Fort Lauderdale (3-4-2-1) con la convinzione possa andare meglio sul piano del gioco. Formazione confermata: tra i pali c’è Vicario, Darmian, Mancini e Bastoni nei tre dietro. Jorginho e Barella in mezzo, con Bellanova e Dimarco sugli esterni di centrocampo. Raspadori fa la punta di riferimento, con Zaniolo e Pellegrini a sostegno. Atteggiamento simile per l’Ecuador, che Felix Sanchez Bas schiera con un 3-4-3: in porta c’è Burrai, Torres, Hincapie e Pacho nei tre dietro. In mezzo Plata, Preciado, Franco ed Estupinan, mentre Minda, Caicedo e Sarmiento compongono il tridente offensivo. A dirigere la sfida l’americano Jon Freeman. 

Sblocca Pellegrini

Cambia la sostanza rispetto a Fort Lauderdale, con l’Italia che mostra il volto che meglio si addice alla nostre caratteristiche. L’Italia parte bene e fa la partita e la sblocca subito con un gran gol del capitano della Roma Lorenzo Pellegrini, ma è nel contesto generale che gli azzurri si fanno preferire. Una sassata dal limite del numero 10 che sfonda dopo una punizione di Dimarco ribattuta dalla barriera. Conclusione al volo, imparabile. L’Italia spinge subito con determinazione, con quell’attenzione che non può che essere raccolta con un sorriso da Luciano Spalletti. E alla fine, il vantaggio è poca cosa per volume di gioco e occasioni create, con Zaniolo che poco dopo il vantaggio ha sparato addosso al portiere Burrai. Gli azzurri aggrediscono bene sul portatore palla avversaria, Jorginho i  mezzo detta i tempi, Pellegrini è un fulmine di guerra, dietro nessuna sofferenza, positivo l’esordio di Bellanova che sull’argine destro ha sempre fatto la differenza. Sudamericani che hanno provato sulla solita garra, ma stavolta l’Italia c’è e concede nulla. Bene così.

La chiude Barella

Cambio all’intervallo per Spalletti che inserisce Di Lorenzo per Bellanova. L’Italia riparte da dove aveva lasciato, gran giocata di Pellegrini, peccato che Zaniolo incorna male, mentre l’Ecuador si fa vivo con una percussione centrale che porta alla conclusione Franco che da buona posizione spara alto. L’Ecuador alza il baricentro e prova a forzare i tempi. L’Italia soffre un tantino le percussioni dei sudamericani e non riesce ad uscire, mentre sale alto il grido Italia Italia da parte dei nostri connazionali. Fuori Minda che resta a terra dopo un contrasto con Bastoni, al suo posto Paez. Cambia anche Spalletti che inserisce Locatelli e Frattesi al posto di Pellegrini e Jorginho. Ecuador che si fa vedere con pericolosità in avanti, con un sinistro dal limite di Pista, Vicario c’è e sulla ribattuta Estupinan manda di poco fuori. L’Italia riparte con un bello strappo di Zaniolo che guadagna un angolo. Mancini spende il giallo per fermare Plata con gli azzurri in chiara difficoltà sulle transizioni avversarie. Altro doppio cambio per Spalletti che inserisce Retegui e Orsolini al posto di Raspadori e Zaniolo con l’attaccante di casa Genoa che si fa subito vedere per dinamismo e posizione. Ma l’Italia continua a faticare perché in mezzo l’Ecuador ha più garra e ci mette in difficoltà. E’ un finale di sofferenza, dentro Cambiaso per Dimarco a tre dalla fine. Quattro di recupero con l’Italia che la chiude grazie a Barella che raccoglie un filtrante di Orsolini e col cucchiaio da 2-0- Vince l’Italia.

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