Non bella ma vincente: l’Italia piega il Venezuela con un doppio Retegui

Massimo Ciccognani

FORT LAUDERDALE (Florida) Non bella, anzi, il contrario, ma alla fine vincente. Per quello che conta. Con il Venezuela è finita 2-1 per gli Azzurri con doppietta di Retegui. Risultato che non contava, valeva invece capire determinate tematiche tattiche. Spalletti voleva risposte in prima linea e Retegui, al netto dei due gol segnati, li ha dati. Per il resto tante incertezze, con Buongiorno spaesato, Cambiaso che non ha inciso, ma tutta l’Italia non ha brillato. Meglio nel finale di gara quando la qualità è uscita fuori e partorito un successo che fa soprattutto morale. E’ finita 2-1: apre Retegui, pari Machis e nel finale ancora il guizzo del genoano a chiudere i giochi.

Te la do io l’America Inizia da Fort Lauderdale in Florida, al Chase Stadium, la strada azzurra verso Euro 2024. Fissate quattro tappe, oggi con il Venezuale, domenica a New York con l’Ecuador, poi se ne riparla a giugno a ridosso dell’europeo, con gli ultimi due test, il 4 a Bologna contro la Turchia e l’8 a Empoli contro la Bosnia, due giorni prima della partenza per la Germania. E’ stato un caldo abbraccio quello che ha accolto l’Italia in Florida. Dal punto di vista ambientale, con temperature molto alte e caldo umido, ma anche affettivo, perché gli italiani d’America si sono entusiasmati all’arrivo della Nazionale e hanno trasmesso  una carica d’affetto che non ha lasciato indifferenti gli azzurri.

Quanti Vip Tribuna Vip del Chase Stadium ricca di personalità. Tra gli altri, presenti il tennista Jannik Sinner, impegnato negli Open di Miami Open, Fabio Cannavaro e il tecnico del Miami Antonio Nocerino.

Spalletti passa a tre Attento alle tematiche del campionato e al fatto che molte squadre adottato la difesa a tre, il tecnico azzurro prova il nuovo assetto. Tanti volti nuovi in questa “sperimentale” che servirà per capire su chi il ct può contare. In prima linea è il momento del genoano Mateo Retegui, oriundo argentino che ha scelto l’Italia. Adesso a lui il compito di farsi apprezzare, visto che Spalletti cerca nuove soluzioni in fase offensiva. Alle sue spalle nel nuovo 3-4-2-1, ci sono Chiesa e Frattesi. In mezzo Locatelli e Bonaventura, con Cambiaso e Udogie esterni. Dietro, davanti a Donnarumma Di Lorenzo, Buongiorno e Scalvini. E’ invece un 4-2-3-1 quello adottato da Fernando Batista tecnico del Venezuela: Romo tra i pali, Ferraresi, Angel, Osorio e Navarro nei quattro dietro, Aramburu e Martinez intermedi, Machis, Casseres e Savarino alle spalle di Rondon. Squadre in campo sulle note dell’inno americano, poi quello italiano e venezuelano e il calcio d’inizio.

Primo tempo anonimo Un primo tempo al di là della noia, rattristito da una Italia in chiara difficoltà nella parte alta del match, che ha subito il maggior peso fisico degli avversari che ha trovato in Donnarumma l’Uomo della Provvidenza, bravo a parare dopo tre minuti un rigore a Rondon. Il veleno di questo primo tempo è tutto nella coda, con il vantaggio firmato da Retegui e l’immediato pari venezuelano con Machis, entrambi frutto di errori delle rispettive difese. L’Italia dei primi 45 minuti non è piaciuta per niente, perchè di organizzato, come ci ha abituato Spalletti, c’è ben poco. Frattesi trequartista alle spalle di Retegui, ha inciso nulla. Lento e farraginoso. Di contro un Venezuela tosto, a caccia di ogni pallone, grande densità in mezzo al campo per provare a bucare l’Italia nello spazio grazie alle giocate di Machis e Aramburu che qualche grattacapo alla retroguardia azzurra lo hanno dato. Idee di gioco apprezzabili, quelle venezuelane, l’esatto contrario dell’Italia, che di idee ne ha mostrate assai poche. La partita poteva pendere dalla parte del Venezuela in avvio, con Buongiorno che commette fallo su Rondon dopo appena due giri di lancette e per l’arbitro è rigore. Bravo a procurarsi il rigore, bravo Donnarumma a ipnotizzarlo, mentre sulla ribattuta ha fatto ancora peggio Savarino che ha spedito alle stelle. Venezuela prima sulle seconde palle, più reattivo, Italia in affanno, incapace di ripartire con una costruzione dell’azione degna. Rondon ha provato a riscattarsi poco dopo, ma senza graffiare. Primo tempo racchiuso negli ultimi minuti. Frutto degli errori individuali che hanno favorito i due gol. Il portiere Romo ha favorito il vantaggio di Retegui, con palla recuperata da Bonaventura e poi il centravanti del Genoa ad incrociare sul secondo palo di destro. Tre minuti dopo il pari. Donnarumma serve Bonaventura sotto marcatura che finisce per favorire Machis, con l’ex Udinese che sotto misura non ha sbagliato.

Decide Retegui Alla ripresa c’è Barella per Bonaventura. Lo spartito non cambia, giochiamo male ma soprattutto senza idee. Ci prova Buongiorno di testa, alto, poi Donnarumma smanaccia su Rondon. Spalletti passeggia nervoso nell’area tecnica, tutto è meno che soddisfatto. Si interroga e medita nuovi cambi, ma intanto ci salva ancora Donnarumma che chiude lo specchio alla conclusione a botta sicura del neo entrato Cadiz, poi sulla ribattuta ci pensa Scalvini. Ma non va bene. Buongiorno sembra paralizzato e lontano parente dalla sua qualità. Spalletti cambia: dentro Zaccagni, Jorginho e Pellegrini al posto di Chiesa, Frattesi e Locatelli. Dietro l’Italia balla e rischia tanto. Pronto anche Zaniolo in campo al posto di Cambiaso. E proprio il neo entrato a provarci con una conclusione da fuori, Romo smanaccia in angolo, con l’Italia che continua a farsi vedere nella sedici metri avversaria. E alla fine passa, con la qualità delle giocate. Jorginho fa sua una palla al limite la mette in mezzo per Retegui che controlla, si gira e fa 2-1 per noi. Risultato che conta poco, ma fa morale soprattutto in una serata non bellissima dal punto di vista tecnico. l’Italia è fiorita nel finale dove ha sfiorato anche il terzo gol dopo il vantaggio. Certo, quella di stasera, è stata un’Italia in maschera. A Spalletti correggere gli errori. C’è tempo. Appuntamento a domenica a New York contro l’Ecuador.