Salvatore Savino *
E finalmente un raggio di sole è arrivato ad illuminare quella che per il Napoli è stata una nottata davvero troppo lunga. Nulla di clamoroso, sia chiaro, ma a volte, quando il buio domina da troppo tempo, un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre, come diceva qualcuno. Dopo la cocente delusione del pareggio all’ultimo secondo raccolto in terra sarda, pochi giorni fa, era diventato improrogabile, dare una scossa in positivo, accendere una luce di speranza per i tifosi, ormai come pescatori in balia delle onde nella notte oscura di un mare in tempesta. Lo sapeva il Napoli, ed evidentemente lo sapeva Mister Calzona, che ha saputo far fruttare nello spogliatoio anche quei semi “negativi” della trasferta cagliaritana. Probabilmente, si sarà confrontato con i suoi ragazzi, avrà spiegato loro che sono ancora i campioni d’Italia in carica, che solo pochi mesi fa hanno sparso meraviglia calcistica sui campi d’Europa, che sono e restano gli attori protagonisti di uno degli spettacoli più belli che il calcio ricordi. Non potevano e di certo non hanno dimenticato, come si è giunti a quelle prestazioni, quali prove, quali allenamenti, quali motivazioni, sono servite per raggiungere l’obiettivo. Senza stare adesso qui, per l’ennesima volta, a ragionare sul come e perché si sia lasciato impolverare, sporcare, uno dei più grandi trionfi della storia del calcio italiano, lasciando che in pochi mesi si precipitasse dalla gloria all’umiliazione, credo fermamente che oggi debba prevalere l’orgoglio, il senso di appartenenza, lo stare vicini, stretti nelle difficoltà. Con questa impostazione si può ritrovare il bandolo della matassa, si può ritornare nell’Olimpo, dove è giusto che una squadra come il Napoli trovi la sua dimensione. La discesa verso l’abisso è stata fulminea, e forse non si è avuto nemmeno il tempo di rendersene conto, che dal vertice a cui eravamo abituati, al buio in cui ci siamo ritrovati, la distanza sembrava già irrecuperabile. Non è, e non deve essere così. Il nostro valore non è certo quello di chi deve trovarsi in una classifica mediocre, nel limbo della ignavia e dell’abbandono. Dobbiamo tornare ad essere quelli che sappiamo essere. Per dirla con Plinio il Vecchio, che ben sapeva come cercare di salvare il salvabile nei momenti tragici, “la profondità dell’oscurità verso cui puoi scendere, è la misura esatta dell’altezza a cui puoi aspirare”. Il Napoli ha dovuto prendere atto del precipizio in cui è sprofondato, ma hanno richiamato alla loro memoria da quali vette fossero caduti, con quali onori fossimo stati acclamati poco tempo prima, di quanta qualità fossimo padroni. E proprio facendo leva sul suo grande, recente,passato, ha saputo rialzare la testa. Diceva lo statista francese Tocqueville: ” Quando il passato non illumina più il futuro, lo spirito cammina nell’oscurità “. A Reggio Emilia, nella partita con il Sassuolo, la squadra azzurra ha esattamente messo in pratica gran parte di quel gioco, di quelle combinazioni, di quelle attenzioni tattiche, che le avevano permesso di spadroneggiare l’ultimo campionato. Una linea alta, una squadra compatta, senza voragini tra i reparti, una pressione sistematica ed organizzata sul possesso avversario, che ha consentito di recuperare molti palloni, una maggiore capacità di verticalizzazione, e, non ultimo visto quanto accaduto in Sardegna, un ritorno al gruppo, al sistema (Spalletti-Dumas ), quell’ “Uno per tutti, tutti per uno “, che è stato uno dei pilastri del Napoli vincente. Certo, al termine dell’incontro con i neroverdi emiliani, qualcuno potrà obiettare che il Sassuolo attuale sia davvero poca cosa, una squadra allo sbando, e che quindi la larga vittoria Azzurra non sia scrivibile ad un nostro miglioramento, quanto appunto all’attuale inconsistenza dell’avversario. Come disse il Manzoni: “fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza “. Tocca ora agli azzurri dimostrare che questa vittoria è stata il frutto di un grande lavoro di ricostruzione, di impegno profuso negli allenamenti, di voglia di ricominciare a dimostrare che siamo il Napoli, e non del maramaldeggiare su un avversario già a terra. L’ occasione che il calendario ci propone è la più ghiotta possibile. Come nella trama del miglior thriller, domenica sera, pochi minuti dopo che nell’umidità nebbiosa di Bergamo si sarà consumato lo scontro tra le due nostri rivali per un posto Champions, Atalanta e Bologna, a Napoli arriverà la squadra che, per la storia del popolo napoletano, è la nemica per eccellenza. Non esistono parole per descrivere cosa ogni vero tifoso napoletano possa provare per questo avversario, così diametralmente opposto alla nostra città da non poter neanche immaginare una vicinanza. Come potremmo noi, la città dei mille culure, come dice Pino, soltanto pensare di essere in bianco e nero? Basterebbe che i calciatori azzurri andassero a rivedere soltanto in quante occasioni questa squadra sabauda abbia infranto i sogni di Napoli e dei napoletani, per potersi caricare a molla per domenica, da core ‘ngrato Altafini, a Simone Zaza, ai 91 punti e all’imperioso stacco di Kalidou Koulibaly, rivelatosi poi inutile, solo per citare le più dolorose. Negli anni, quando non avevamo i mezzi per combatterli per il traguardo finale, ci bastava batterli nello scontro diretto per sentirci felici, poi venne Diego, e per loro fu la notte, mentre in noi crebbero le possibilità e la consapevolezza di trattarli alla pari, di poterli spesso tenere alle spalle in classifica. Oggi, anche se in momentanea difficoltà di punti, siamo noi i Campioni, e dobbiamo farglielo capire, sconfiggendoli senza mezzi termini. Giochiamo senza paura, ma anzi, con il coraggio dei più forti, perché noi siamo più forti di loro. Dobbiamo andarci a riprendere il nostro posto, che è quello della Champions League. Può sembrare un sogno, un’impresa impossibile, ma una volta usciti dal buio del tunnel, dobbiamo solo correre verso il bagliore della luce che da’ la vittoria. Per dirla con il grande scrittore statunitense Edgar Allan Poe: “scrutando in quella profonda oscurità, rimasi a lungo stupito, impaurito, sospettoso, sognando sogni che nessun mortale ha mai osato sognare…” Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli