Verso il futuro, fortissimamente Roma

Stefano Sale *

Vincere alla lotteria dei rigori non è cosa da Roma. Dal Liverpool passando per Budapest. Ma la serata di Svilar ieri sera all’Olimpico stravolge lo storico sfavorevole. Un po’ come Franco Tancredi nella vittoriosa finale di Coppa Italia contro il Torino nel lontano 1980. Dopo un paio d’anni in panchina viene buttato nella mischia grazie a qualche papera di Paolo Conti, per poi diventare l’eroe para-rigori, poi portierone dello scudetto dell’83. Situazione molto simile a quella di oggi con Rui Patricio. 

Dopo Frosinone, un ‘altra occasione che Svilar non sì è fatto sfuggire. Difficile dire adesso se abbiamo davvero trovato il portiere del futuro ma giusto puntarci fino alla fine della stagione, comunque vada, poi vedremo. Sta di fatto che è sopratutto grazie a lui che la Roma supera il Feyenoord e passa il turno agli ottavi. L’ennesimo k.o. degli olandesi contro di noi, ormai siamo il loro incubo. Ma stavolta non è andato tutto proprio liscio. 

Alla vigilia la sensazione è di una partita già messa in cassaforte. Forte del pareggio in Olanda. Ma ora si gioca solo il secondo tempo di un match ancora troppo lungo. Ed infatti parte malissimo, andiamo sotto solo dopo 5 minuti. Cambia l’inerzia della partita e soprattutto l’umore. Capitan Pellegrini meno male rimette tutto in piedi con una gran giocata, e così in un lampo si torna in parità. Qui comincia la partita. 

Una partita equilibrata ma con la Roma più propositiva alla ricerca del gol, magari in maniera confusionaria. Si cerca troppo l’imbocco nello stretto per le vie centrali quando l’area è intasata ed il pallone non passa mai. Lo stesso dicasi sulle fasce senza mai peraltro trovare la qualità giusta di un cross o un passaggio filtrante. Le occasioni ci sono state, si, ma sono troppe le conclusioni spuntate.

Il gioco dispendioso non aiuta, quando ne hai solo per un tempo, come hai visto anche in campionato. La squadra non regge, poi sei stanco e ti esponi alle ripartenze, con spazi più larghi. Il rischio era sempre nell’aria.Daniele segue il suo modello con la costruzione dal basso e col portiere a giocare coi piedi, ma è una cosa che ti puoi permettere se hai un certo tipo di giocatori. Da punto di vista del “tifoso emotivo” non è proprio il massimo della vita, con la palla che attraversa l’area di rigore.  Poi però c’è la componente coraggio. Te la vai a cercare, provi ad imporre e provi a segnare. Senza troppi calcoli.

Questa partita probabilmente non sarebbe mai andata a finire ai rigori visti i precedenti. Bastava un Bove in più in mezzo, un ritocco tattico e dietro a saracinesca per fermare gli olandesi sulla trequarti, rubare palla e ripartire. Film gia visti col Feyenoord diverse volte ma anche contro la capolista Leverkusen l’anno scorso. Pochi rischi. È andata sempre bene, per due volte fino alla finale. Ieri è stata una serata sofferta, al cardiopalma. Non si doveva arrivare ai rigori. Ma  l’approccio è diverso. Si prendono i dovuti rischi. Poteva andare male. Molto male. Ma è andata bene. Dedicata ad Antonio De Bartolo. Fortissimamente Roma!

*Roma Club Dublino, tifoso Roma

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