Beffa Settebello: Croazia Campione del Mondo ai rigori

Nella foto: il poriere azzurro Marco Del Lungo (foto Insidefoto/Image Sport)

Massimo Ciccognani

Gioia e lacrime, quelle del Settebello che ai mondiali disputati all’Aspire Dome di Doha, ottiene la qualificazione per le Olimpiadi di Parigi, ma viene beffato nella finale per l’oro, dalla Croazia ai rigori. Applaude, ma mastica amaro Sandro Campagna perché il Settebello si ferma ad un semplice passo dalla gloria. E’ amara come il fiele la finale di Doha, esattamente come quella di Budapest. L’Italia si inchina solo ai rigori, sfortunati come una partita dove gli azzurri hanno giocato alla pari con i fortissimi croati. Che forse andava gestita meglio in un convulso finale dove i nervi sono stati più importanti della braccia, con il Settebello avanti prima del sogno infranto a soli cinque secondi dalla fine con il gol di Buric a consegnare l’oro alla lotteria dei tiri dai cinque metri. Nella lotteria dei rigori, l’esaltazione dopo che il civitavecchiese della Pro Recco Marco Del Lungo ha portato avanti l’Italia parando dai cinque metri a Fatovic, prima degli errori di Echenique (traversa) e Di Fulvio che hanno consegnato il mondiale alla Croazia. Finisce 13-15 per i croati e per l’Italia sfuma il quinto titolo iridato. Rabbia e amarezza che non cancella la gioia per aver centrato l’accesso ai Giochi Olimpici di Parigi, ma la strozza resta in gola, per quel che poteva e doveva essere, e non è stato. La certezza assoluta è che questa è una grande Italia, di carattere. 

Sottili fili di equilibrio

Una partita a scacchi tra Italia e Croazia (3-2, 2-3, 2-3, 4-3 i parziali), in una gara tiratissima dove nessuna delle due finaliste è mai riuscita a mettere a segno un doppio vantaggio. Si esaltano i due portieri, Marko Bijač che sbarra la strada alla giornata di grazia di Andrea Fondelli (alla fine cinque gol per lui), inchinandosi alla scioltezza con la quale Di Fulvio va per due volte a rete e chiuda la frazione sul 3-2. Identico discorso per Marco Del Lungo, confermatosi il miglior portiere al mondo, che ha allungato le braccia e chiuso la saracinesca, unitamente ad un muro difensivo che nonostante le tante inferiorità numeriche ha permesso all’Italia di chiudere sul 5-5 la seconda frazione. Kharkov (tripletta), e Marinic, hanno fatto la voce grossa tra i croati, ma senza che l’Italia mostrasse cedimenti. Due rigori procurati da Di Fulvio, realizzati dal recchelino e da Fondelli, spingono l’Italia, con la Croazia che affonda con Kharkov, bravo a mandare al bar la difesa azzurra e trovare  il vantaggio, con la Croazia che chiude il terzo parziali avanti 7-8 ringraziando Bijač autore di interventi che hanno salvato la porta croata. Feroce per determinazione il quarto tempo, con l’Italia che trova il pari con l’uomo in più con Marziali. Il vantaggio azzurro è una perla di Fondelli che mette dentro da posizione impossibile beffando il portiere croato. Finale all’arma bianca con l’Italia che prima va sotto (gol di Marinic), prima del nuovo pari di Condemi. La svolta a 1’52 dalla fine, quando Del Lungo chiude la strada all’attacco croato e lancia il controgioco. Condemi va già nei due metri, rigore trasformato con la solita freddezza dal glaciale Fondelli: 11-10 Italia. Fatta? Manco per idea, perché la fortuna sarà pure cieca, ma la sfida ci vede benissimo visto che a soli cinque secondi dalla fine Buric trova l’incredibile pari. Poi, la lotteria dei rigori: Del Lungo non basta, decide  Zuvela, e sull’Aspire Dome di Doha cala l’amarezza. E’ la nona medaglia mondiale conquistata dagli azzurri, la quarta d’argento. L’Italia nel corso della gara ha sofferto troppo la fisicità dei croati, sbagliando molto, troppo, con l’uomo in più (solo 5/13), ma ha avuto la forza di rimanere sempre in partita. Il gol a 5 secondi dalla fine ha gelato gli azzurri. Che escono a testa altissima. A Parigi con fiducia.

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