Cosa sei per me

Salvatore Savino *

Si sa che la stagione che viene subito dopo un trionfo può presentare delle difficoltà, può non seguire le orme di quella precedente, ma credo che nessuno avrebbe potuto pronosticare per il Napoli un inizio così brutto: alla carenza di risultati si sono aggiunte altre negatività, altre delusioni per i tifosi azzurri. Lo spogliatoio del Napoli, che l’anno scorso era un luogo accogliente e ambito da tutti, formato da un gruppo di ragazzi uniti e compatti (ricordate ad esempio il recupero difensivo di tutta la squadra a Sassuolo), in pochi mesi sembra essere diventato come uno stabilimento balneare a metà settembre, con gli ombrelloni tristemente chiusi e le poche automobili che si preparano a partire con i portabagagli colmi di valigie. Questo clima da rompete le righe, da 31 liberatutti, non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Ad oggi, il Napoli è  in una situazione talmente negativa da apparire paradossale: non si sa chi resta, chi va via, su chi puntare e chi no. Chiariamo un attimo lo status quo della situazione, anche se non conosciamo le reali intenzioni della società: la classifica vede un Napoli ottavo, a 17 punti dalla vetta e a 5 dalla zona Champions. Ad oggi la rosa perde petali, e non si capisce se e come verranno innestati, ma i dati oggettivi sono questi. Elmas è stato ceduto, Zielinski non ha rinnovato e quindi può considerarsi anche lui fuori del progetto, Osimhen ed Anguissa non ci saranno per più di un mese, e, per gli ennesimi infortuni, bisognerà fare a meno ancora per lungo tempo di Oliveira, Meret e Natan, mentre Lindstrom continua a non esprimersi come sa. L’ultima perla, poi,  è l’offerta araba per Politano. A fronte di tutto questo, ad oggi la risposta della società è solo l’arrivo di Mazzocchi, buon giocatore, ma di certo non possiamo caricarlo della risoluzione dei problemi. E’ ricominciata la ridicola giostrina dei nomi che vanno e vengono, ricominciata anche la battaglia degli esperti di calciomercato, che un giorno annunciano la firma di un calciatore e il giorno dopo si smentiscono da soli. Sono anche già ricomparsi gli osservatori seriali, quelli che hanno visto i nuovi acquisti già passeggiare in città o nelle hall dei grandi alberghi sul lungomare.

Il pubblico del Napoli non merita tutto questo. Per quanto ci sia stata una crescita, una maturazione, resiste una fetta di tifosi che si lasciano abbindolare, che forse per eccessivo amore seguono queste notizie con la fiducia che si darebbe ad un padre, e il problema è proprio questo. Le voci di mercato, lanciate in pasto ai tifosi come un trapezista che si lancia in un salto mortale senza rete, creano delle aspettative, delle attese, e quando queste non diventano realtà, generano malcontento contestazione, clima di tensione: se viene preso il nome di un qualsivoglia  calciatore e lo si spaccia per trattativa in corso, si crea un’attesa pari a un agonia (citazione Franco Califano) di cui già si conoscono gli effetti deflagranti. Come abbiamo visto prima, le assenze, siano esse temporanee o definitive, sono tante, e la mancanza di gioco e di risultati non alimenta grandi speranze, se il club non corre, ma dico corre, ai ripari. A centrocampo, ribadisco, ad esempio, non c’è Elmas, non c’è Anguissa, e per coerenza non dovrebbe esserci Zielinski, così come Demme, e se consideriamo che Cajuste è  anche diffidato e al prossimo giallo salterebbe la successiva.  Il quadro non consente ragionamenti, ma solo azione, e veloce anche. Qual è l’idea? Salvare il salvabile o metterci una pietra sopra e pensare già a programmare il futuro? L’eventuale mancato ingresso in Champions sarebbe sostituito nei numeri dalla cessione di Osimhen, il cui rinnovo è la polizza di garanzia di rientro del club, ma per i tifosi che gioia sarebbe? Si parla del talentuoso Samardzic, che spero non si riveli un altro mistero tattico alla Lindstrom. Che ruolo farebbe nel Napoli? E’ una mezzala o più un trequartista? Potrebbe fare il play o non ne ha le caratteristiche? Ma, in tutto questo, verrà o no? Mentre discettiamo amabilmente sull’argomento siamo costretti a rileggere le solite trattative fiume del Napoli: i contratti dalle pagine infinite, le clausole più particolari, i diritti di immagine, tutto quello che ormai conosciamo a memoria. Occorrono almeno due uomini nella mediana, c’è poco da chiacchierare, e sinceramente mi sarei aspettato di vederli già a Castel Volturno il primo giorno di mercato, e se va via anche Politano, a destra non abbiamo uomini, accertato che, a mio parere, Lindstrom non darebbe il meglio di sé in quel ruolo. Si cambia modulo? E allora quel tipo di calciatore non è più un uomo chiave della manovra, e possono trovarsi strade alternative. Sulla linea difensiva, che anche se non solo per propri demeriti sembra diventato una forma di groviera, vista la quantità di buchi, occorre intervenire con un uomo esperto, di qualità, che sappia dare una raddrizzata all’intero pacchetto arretrato e anche addestrare il giovane Natan a diventare un difensore da campionato italiano.

Dal punto di vista tattico poi, non me ne voglia Mazzarri, occorre un allenatore che sappia dare a questi ragazzi un gioco, un’idea. Se le sue certezze sono riposte nella difesa a tre, se ne freghi di tutto e tutti, e addestri a questa i suoi ragazzi. Il tentativo di buon padre di famiglia non ha dato gli esiti sperati, così come certe scelte pavide di recente memoria (far entrare il Cholito a 6 minuti dalla fine con il Monza in casa è stato triste). Tra scontenti, sfiduciati, vogliosi di cambiare aria, questa squadra va in campo molle e senza nerbo, e questo è inaccettabile da vedersi.  Non possiamo più dare solo alibi a professionisti lautamente pagati: allenamenti, concentrazione e attaccamento, questo serve, e subito. Caro Presidente, caro Mister e carissimi calciatori tutti, credo che sia palese quanto sia grande l’amore dei tifosi per il Napoli, e  per questo vi chiedo di dare di più, di dare tutto, di ricambiare questo amore con i fatti. Per farvi meglio comprendere fino in fondo cosa sia il Napoli per noi tifosi, prendo a prestito una frase di un film che adoro, e il maestro Sergio Leone, di cui oggi sarebbe stato il compleanno, mi perdonerà, se sostituisco al nome di Deborah quello della mia squadra del cuore. Ecco, nei panni di un innamorato:  “Nessuno ti amerà mai come ti ho amato io. C’erano momenti disperati, che non ne potevo più, e allora pensavo a te. Mi dicevo: il Napoli esiste, è là fuori, esiste! E con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me?”. Forza Napoli Sempre.

*Scrittore, tifoso Napoli

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