Paolo Dani
C’è la trasferta di Bergamo per il Milan che vuole tornare a correre. Match non facicile come sottolinea lo stesso Stefano Pioli che evita di fare bilanci sul momento rossonero. “Mancano ancora troppe partite per poter fare bilanci definitivi, però è chiaro che bisogna assolutamente cercare continuità. Quello è il grande obiettivo e domani abbiamo una grande opportunità. L’obiettivo minimo è il quarto posto, anche se vogliamo fare qualcosa in più. Domani contro l’Atalanta, sarà una partita bella e difficile, lotteranno fino alla fine per i primi quattro posti. Sono una squadra completa, che ha avuto qualche difficoltà nelle ultime partite, ma che ha forza e organizzazione. Servirà una prestazione di alto livello. Gasperini? Ammiro la sua coerenza tattica, ha sempre dato un’identità precisa alle sue squadre. Non gli ruberei niente perché ognuno di noi ha le proprie idee, ma è un collega che stimo molto”.
Nella fila avversare quel De Ketelaere che in rossonero non ha brillato. “Sta giocando in un ruolo più offensivo ed è partito molto bene. L’anno scorso sicuramente gli è servito. È un giocatore di prospettiva e sicuramente sarà da tenere d’occhio per la partita”.
Partita che precede quella di Champions. Pioli guarda solo al presente. “Stiamo pensando solo a domani, non stiamo già pensando al Newcastle”.
Sulle tante defezioni, Pioli taglia corto. “Certi momenti si attraversano nel corso di in una stagione, anche se naturalmente più giocatori abbiamo a disposizione e meglio è. Domani sarà un’occasione per dimostrare il nostro valore. Bennacer titolare? Ha bisogno di un po’ di tempo per ritrovare la condizione”.
Tre partite a settimana, troppe anche per Pioli. “Il nostro calcio ha radici profonde, ma non credo sia così intenso da non poter reggere le tre partite a settimana. L’obiettivo era essere competitivi in campionato e in Europa, quindi cercheremo di raggiungerlo con le nostre idee”.
Pioli sa bene che la sua stagione sarà decisa dai risultati. “Io sono l’allenatore del Milan e ho certe responsabilità, ma non mi sento nè un eroe, nè una vittima”.