Salvatore Savino *
A grandi passi, superata la sosta per le nazionali, che questa volta ci ha regalato anche l’infortunio di Lindstrom, ci avviciniamo alla ripresa del campionato. Il Napoli del Mazzarri 2.0 è pronto a ritornare in campo, sul prato verde dell’Atalanta. Tanti sono stati gli interrogativi che ci siamo posti durante questa settimana: come se la giocherà il tecnico di San Vincenzo questa partita del rientro? In pochi giorni di conoscenza diretta dei calciatori, di allenamenti, come schiererà in campo la sua squadra? Molti sperano che, a differenza del suo predecessore, Mazzarri sappia affidarsi, almeno per grandi linee, a quella che è stata l’idea tattica del Napoli campione d’Italia. Non è, o almeno non è solo, questione di moduli, ma di come l’allenatore intende interpretarli, renderli operativi. I movimenti, le linee, le posizioni che devono assumere in fase di possesso come di non possesso, necessitano di allenamenti, di ripetizioni continue, così da poterle rendere bagaglio tecnico e tattico dei singoli calciatori, ma purtroppo Mazzarri non ha avuto possibilità e tempo. Nelle giornate di lavoro che verranno, anche se piene di impegni di grande difficoltà, certamente l’intero staff tecnico azzurro troverà il modo di affinare questi aspetti. Una parte importantissima, fondamentale direi, del lavoro che aspetta il nuovo corso del Napoli, la ricoprirà Pondrelli. Anche per il preparatore atletico bolognese si tratta di un ritorno a Napoli. Da tempo fedele a Mazzarri, era infatti il preparatore degli azzurri quando i tre tenori, Cavani, Lavezzi, Hamsik, incantavano Italia ed Europa. La squadra di oggi ha estremo bisogno del suo lavoro. Ad oggi, i calciatori azzurri, nonostante l’impegno profuso in ogni occasione, che non si discute, hanno spesso mostrato gravi lacune dal punto di vista fisico, troppe volte in ritardo sulle cosiddette seconde palle, troppo spesso in affanno sotto la pressione degli avversari, troppo poco allenati per poter sostenere quel pressing e quella occupazione degli spazi di cui erano stati maestri nelle stagioni precedenti. Nel calcio di oggi, è fondamentale la capacità atletica, la velocità di esecuzione abbinata alla resistenza. I troppi infortuni muscolari, inoltre, capitati ad una rosa che negli anni scorsi non ne aveva mai registrati così in quantità, avevano già generato allarme tra i tifosi, e di certo saranno stati notati anche dalla società. Un altro dei motivi per cui la scelta di esonerare Garcia a modo mio di vedere, non era solo necessaria, ma addirittura indispensabile. Ora però guardiamo avanti: dobbiamo partire innanzitutto dal concetto che la stagione è ancora all’inizio, e tutto è ancora raggiungibile. Questo inizio difficoltoso non deve renderci pessimisti, non dobbiamo assolutamente gettare la spugna, anzi, dobbiamo ricordarci che sulla nostra maglietta quest’anno c’è lo scudetto, c’è il tricolore, e dobbiamo fare di tutto per difenderlo, e perché no, per riconquistarlo. Mancano ancora tantissime partite, e il vantaggio accumulato dall’Inter attualmente prima in classifica non ci deve spaventare. In effetti basterebbe vincere a Bergamo e con l’Inter in casa, e questo gap si ridurrebbe immediatamente, ridando lustro ai sogni dei tifosi azzurri. Ecco, questo è il momento per ritornare ad essere tutti uniti, pubblico, società, squadra. L’unione dello spogliatoio, ma anche delle forze intorno alla squadra stessa, sono stati l’arma più forte del Napoli vincente di Spalletti. Questo credo sia il primario compito di Mazzarri: tenere unito lo spogliatoio, rimotivare i suoi ragazzi, dare a tutti una chance, far sentire tutti protagonisti, da Osimhen all’ultimo dei ragazzi che entra per pochi minuti in Coppa Italia. Questo deve essere il mantra che deve guidare il tecnico: unità, condivisione, gruppo. Dal punto di vista tecnico, già da sabato cominceremo a vedere come Mazzarri intenderà svolgere la linea tattica, anche se, come dicevo prima, alcuni infortuni come quello di Lindstrom, o altri che torneranno all’ultimo istante come Anguissa, aumenteranno le sue difficoltà. Sono convinto che l’allenatore, spinto anche lui da una motivazione enorme, saprà ridare spirito e grinta a questa squadra. Chi di noi non ricorda la famosa partita con la Lazio del 4-3, o il grande gol di Cavani con il Lecce? Quei famosi minuti finali in cui il Napoli era arrembante, che ci faceva attaccare alla bandiera, alla maglia, con un entusiasmo incredibile. Ecco, questo è quello che Mazzarri deve portare a Napoli di nuovo: la grinta, la voglia di vincere, il crederci sempre. Un Napoli ancora giovane si permise di mettere sotto il Manchester City, non dimentichiamolo mai. È vero, il calcio nel frattempo è cambiato, si è evoluto, è cresciuto, ma certe cose come il cuore, come la grinta e come la passione, non cambiano mai. Voglio provare a credere al sogno, voglio immaginare sabato una grande vittoria azzurra, un’onda azzurra che riparte da Bergamo e che non vede l’ora di ritornare nei campi a dettare legge. Prima di avere l’Inter in casa poi, un passaggio con la storia: torneremo al Santiago Bernabeu, e sarà ancora una volta motivo di orgoglio, di onore, e chissà, qualche problemino anche loro ce l’hanno, gli manca qualche uomo importante… Immaginate, amici tifosi, come sarebbe bello fare un filotto Bergamo, Bernabeu, e al Maradona l’esplosione di domenica sera battendo l’Inter. Voi direte: è un sogno, bisogna prepararsi a tutto, anche alla eventualità diversa, ma io voglio sognare, voglio sognare con il Napoli, e, perché no, esattamente come l’anno scorso, poter tornare di nuovo a gridare: siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi…Forza Napoli sempre.
*Scrittore, tifoso Napoli