Missione compiuta: Azzurri a Euro 2024

Nella foto: esultano Acerbi (foto Daniele Buffa/Image Sport)

Massimo Ciccognani

LEVERKUSEN Il fine giustifica il mezzo e alla fine premia l’Italia che fa la partita contro l’Ucraina, ma non monetizza. Si divora tante occasioni, soprattutto nella prima frazione, poi soffre e stringe i denti nel finale quando serviva solo non vanificare i tanti sforzi e portare a casa la qualificazione. Così è stato. L’Italia è tra le qualificate a Euro 2024. E questo può bastare. Almeno per stasera.

Le scelte di Rebrov e Spalletti Con Spalletti le sorprese non finiscono mai, perché la formazione azzurra anti Ucraina, è stata un rebus fino alla fine. Il Ct azzurro, davanti ha confermato l’attacco leggero, cion Raspadori prima punta con a sostegno Chiesa e Zaniolo che ha avuti la meglio su Berardi e Politano. In mezzo il secondo cambio, con la conferma di Jorginho on cabina di regia, Barella e l’inserimento di Frattesi, match winner nella gara di andata a San Siro dove aveva firmato una doppietta. Dietro, Di Lorenzo si è ripreso la fascia destra dopp aver scontato il turno di squalifica, confermato Dimarco a sinistra, in mezzo Acerbi e la novità Buongiorno, preferito a Gatti e Mancini. Tra i pali, Donnarumma. Dal canto suo il ct ucraino Rebrov, affronta la sfida con un intrigante 4-1-4-1, con Tsygankov, Sudakov, Zinchenko e Mudryk a sostegno di Dovbyk unica punta. Stepanenko intermedio, e dietro, davanti a Trubin, Konoplya, Svatok, Zabarnyi e Mykolenko. Alla BayArena fischia lo spagnolo Jesus Gil Manzano.

L’Italia domina ma non sfonda Le intenzioni della vigilia vengono rispettate, con gli azzurri a fare la partita. L’Italia crea, ma senza trovare la via del gol. A partire forte sono gli ucraini, sospinti dalla propria gente, provando a stare subito nella partita che però a gestire è l’Italia che pure qualche piccolo rischio lo corre soprattutto sul controgioco ucraino. Ma la difesa azzurra c’è e concede nulla. All’intervallo è 0-0, ma a conti fatti è l’Italia a poter recriminare per almeno tre occasioni nitide, con Chiesa e Di Lorenzo che però non inquadrano lo specchio della porta. Ma quella più ghiotta capita sui piedi di Frattesi, premiato dalla giocata di Chiesa che lo mette solo davanti al portiere Trubin, con l’interista che incredibilmente divora la palla del vantaggio.

L’Italia stringe i denti e si qualifica Cambia subito Spalletti che alla ripresa del giocao presenta Scamacca al posto di Raspadori. Ma non cambia il tenore della gara, gestita con acume dagli azzurri che danno l’impressione di poterla vincere, per volume di gioco e anche per occasioni. Perché vincerla o pareggiarla cambia molto in sede di sorteggio, con un pari che spedirebbe gli azzurri in quarta fascia, con più rischi. Che l’Italia non vuole correre, ci prova, spinge, fa girare il pallone in attesa del guizzo vincente. Si accende Chiesa, che manda al bar il suo controllore, destro ad incrociare, palla di poco fuori. Si scalda la partita, perché, come detto, l’Ucraina prova ad aumentare i giri del motore, ma a fare la partita è sempre l’Italia. Un’ora di gioco, azzurri in pressione continua. Sale l’urlo Italia Italia dei semila . Lo 0-0 ci premia, ma non è rassicurante. L’Ucraina prende campo e in controgioco crea qualche problema. Ci pensa Donnarumma che prima pasticcia con Di Lorenzo, poi si oppone col corpo a Mudryk. E sessanta secondi dopo Di Lorenzo rischia deviando su Dovbyk, ancora Donnarumma. Fuori Zaniolo e Jorginho, dentro Politano e Cristante. Equilibrio con continui ribaltamenti di fronte. C’è da soffrire. Chiesa inventa, mette in mezzo, Scamacca debole sul portiere. Passano i minuti e la partita non si sblocca. Doppio cambio per l’Ucraina : fuori Stepanencko e Tsygankov, dentro  Zubrov e Pikhalyonok, mentre nell’Italia, Spalletti inserisce Kean per Chiesa. A denti stretti il finale di gara. Altri due cambi per Rebrov: fuori Zinchenjo e Konoplia, dentro Sikan e Tymchyk. Cinque di recupero, fuori Svatok, dentro Malinovski nell’Ucraina, mentre Spalletti inserisce Darmian per Politano. Mudrik va giù in area dopo un contrasto con Cristante, Manzano lascia correre. Italia in affanno in questo finale, a denti stretti a difesa del risultato. Il fine, come dicevamo in apertura, giustifica il mezzo perché ad una manciata di secondi dalla fine, non vale rischiare e compromettere tutto. Non succede, perché l’Italia tiene, stringe i denti. Manzano fischia tre volte, la missione azzurra è compiuta, l’Italia è qualificata per Euro 2024. Al sorteggio, penseremo il 2 dicembre.

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