La bellezza di Kvara

Salvatore Savino *

È una calda sera di fine settembre e Napoli regala le sue meraviglie, senza lesinare nulla: la luna comincia a colorare d’argento la Collina di Posillipo, brulicante di gente alla ricerca di un po’ di frescura; la sagoma unica di Castel dell’Ovo si tuffa nel blu di un mare che è  lì ad abbracciare il corpo sinuoso di Partenope. I decumani accolgono migliaia di turisti, che li percorrono a bocca aperta per i tesori che incontrano lungo il cammino, tra odori di pizze appena sfornate e tintinnii di bicchieri sui tavolini dei bar. A Fuorigrotta, Il Tempio del calcio azzurro è pronto: il Napoli affronta l’Udinese in un clima che pochi mesi fa sarebbe apparso come un incubo: lo stesso posto che prima dell’estate aveva fatto da sfondo alla grande festa, ora appare come L’ arena infuocata di un combattimento fra gladiatori .Tutto sembra un vulcano ribollente, che solo uno strato di terra ricopre e tiene a freno, e persino la terra sembra avvalorare questa sensazione, con i campi Flegrei che, pochi metri più in là, preoccupano e terrorizzano tutti. Il Napoli viene dal pari sul campo del Bologna, sofferto soltanto per lo sfortunato errore dal dischetto di Osimhen, e questo va detto, perché sul campo del Dall’ Ara la formazione azzurra aveva mostrato sprazzi di miglioramento nel gioco, e anche la buona prestazione di alcuni, tra cui l’oggetto misterioso Natan. I disfattisti, i teorici dell’antiadl, i tirapiedi del so gia’ come andrà a finire perché ho saputo da un amico di un amico eccetera, costretti a nascondersi per tutta l’estate visti i trionfi azzurri, in queste prime settimane di campionato, appena hanno rivisto la squadra un po’ in difficoltà, un po’ ancora sulle gambe per la preparazione, sono riemersi dalle loro tane, dove si erano occultati. Come Iene nella savana, vedendo la preda barcollare,indifesa, lasciata incautamente sola da chi invece in genere la difende sempre e dovunque, hanno cominciato a girarle intorno, a cercare di farle perdere sicurezza, a smontare quelle certezze che ne avevano fatto la regina incontrastata ed incontrastabile del campionato. La tecnica di attacco è sempre la stessa: cominciano dal calcio mercato, criticando la società per le scelte fatte e per quelle mancate, prendendo posizione di critica preconcetta, anche su calciatori di cui non conoscono nemmeno il nome, ma tanto l’importante è criticare, danneggiare. Lo scopo di costoro mi sfugge, visto che in molti casi si professano anche tifosi, ma credo che possa essere solo il godere nel dire Io lo sapevo, o, ancora di più, io lo avevo detto. Non hanno riflettuto sulle magre figure raccolte nel recente passato, quando, dopo aver criticato fino all’offesa il primo anno di koulibaly, e averne invocato la cessione per mesi, hanno dovuto miseramente tornare sui loro passi, fino alla classica esibizione da voltabandiera, inneggiando al campione senegalese e offendendo la società per averlo ceduto. La lezione l’hanno avuta anche con Kim l, che ha avuto la stessa accoglienza da costoro, per poi, dopo il trionfo, essere rimpianto, ma evidentemente non è stato ancora abbastanza. Questa volta si è passati al brasiliano Natan: per il gruppo dei distruttori, non conta il non conoscerlo, il non avere nessun titolo per poterne parlare, l’ importante è criticare.  La stessa cosa vale per l’allenatore: al suo arrivo, e per la prima stagione in panchina:  e non è un vincente, e non è simpatico, e perché non se ne va, e non cambia mai modulo, eccetera eccetera. Poi vince, si fa persino il tatuaggio del Napoli, ed in un attimo..  Puf ! La colpa è della società che lo fa andar via, che non lo trattiene, anche svenandosi. E se anche esercita un diritto contrattuale per tenerlo, si critica comunque, persino alludendo all’impatto psicologico che questo semplice atto formale abbia potuto creare nel tecnico… Quest’anno, chiunque fosse arrivato sulla panchina del Napoli, sarebbe stato insufficiente per costoro. Garcia viene trattato come l’ultimo degli allenatori amatoriali. Si pretende che un tecnico con un importante palmarès, venga a Napoli a dire: Io non farò nulla di nuovo, mi siederò in panchina e dirò: fate come facevate l’anno scorso. È  incredibile a credersi, ma è vero, c’è chi avrebbe voluto questo. Gli inizi sono stati complicati un po’ come logico:  la dura preparazione fisica dei ritiri si è fatta sentire, e anche un po’ di sfortuna ha tolto qualche punto in classifica. Come non bastassero i problemi, anche i video Social hanno turbato questa vigilia, con la rabbia di Osimhen. Poi, come sempre, e’ il prato verde a far tornare la magia degli innamorati del calcio. Non voglio parlare della partita, dei gol, delle perle rare o della trans agonistica di Simeone, e  nemmeno della sicurezza di Natan o dei progressi evidenti del gioco della squadra, no. Voglio che di questa serata resti impresso nel ricordo di tutti un’immagine, e vorrei che resti nei cuori di tutti i tifosi, criticoni compresi. Dopo il suo gol, Kvara, pazzo di gioia, scavalca i cartelloni pubblicitari, bacia la maglia, e vola sotto la sua curva, a festeggiare con il suo popolo. Mentre rientra verso il campo, un giovanissimo raccattapalle, con gli occhi lucidi per l’emozione, gli va incontro a braccia aperte. Kvara lo vede, gli mette le mani sul viso, come in una lunga carezza, e urlano insieme. Forse, chissà, avranno urlato: Noi siamo il Napoli !!! Forza Napoli!!! Grazie Kvara, perché  questo gesto vale molto più del tuo gol bellissimo,  grazie. E allora, anche noi, come te e come quel ragazzo che ha incarnato un po’ tutti noi, gridiamo insieme a te: Forza Napoli Sempre.

*Scrittore, tifoso Napoli