Massimo Ciccognani
Il giorno della nuova Italia di Luciano Spalletti è arrivato. Domani a Skopje, alla Todor Proeski National Arena di Skopje, l’esordio contro la Macedonia del Nord. Ricordi pessimi, visto che proprio i macedoni a Palermo, chiusero all’Italia, dell’allora tecnico Roberto Mancini, le porte in faccia alla qualificazione al mondiale in Qatar. Un esordio non facile, su un campo pessimo, ma l’Italia, terza di girone, non ha scelta, deve solo vincere per tenere il passo di Inghilterra e Ucraina, avversaria martedì a Milano. Spalletti osserva tutti, sorride, ostenta sicurezza, e apre la conferenza con battute che servono a stemperare la tensione. “Mi emozionerò quando sentirò l’inno. E poi è la prima volta che ho un presidente che mi compra tutti i giocatori che chiedo e mi ha detto che ne può comprare anche altri. Questo mi rende molto tranquillo, perché li ho scelti tutti io e voglio da loro la giusta risposta”.
La parola passa al campo e alla sfida contro la Macedonia e a quel conto da saldare. “Abbiamo rivisto tante volte le immagini di quella partita, l’analisi che abbiamo fatto parte proprio da lì. La Macedonia in casa è forte, dovremo muovere velocemente la palla per aprire la loro linea difensiva. Ritrovo Elmas dopo il Napoli? Forte, fortissimo e ci creerà problemi. Lui è come un figlio da cui ho ricevuto tutta la disponibilità possibile. Tornando alla nostra partita, domani sopra ogni altra cosa c’è l’atteggiamento, non dobbiamo mai sentirci vittime, ma andare sempre alla ricerca di quello di cui abbiamo parlato per tutta la settimana. La speranza è sempre che il risultato sia una conseguenza di questo atteggiamento. Abbiamo calciatori forti, tutto ciò che serve per fare un buon calcio. Serve organizzazione, e ne abbiamo discusso molto, ma senza mai ingabbiare l’estro dei calciatori di talento. Ci saranno anche momenti in cui dovremo difenderci, essere in 9 dietro la linea del pallone come fanno le grandi squadre, ma il nostro obiettivo è sempre quello di far innamorare chi ci vuole bene. Dobbiamo dimostrare quella passione che faccia inorgoglire tutti gli italiani”.
Sull’atteggiamento e sulla filosofia di gioco da mettere in atto, Spalletti ha le idee chiare. “Cercheremo di essere squadra, proveremo a fare la partita. Nell’ordine però dobbiamo anche lasciar spazio all’estro e alla fantasia, a chi è in grado di vedere linee di passaggio che nessun altro vede. Ci vuole una giusta via di mezzo. Sono stato felicissimo di vedere i ragazzi in campo questa settimana, sono fiducioso in vista della partita”.
All’ultimo momento il ct ha perso due calciatori come Chiesa e Pellegrini, ma le assenze lo preoccupano relativamente. “Sicuramente sono giocatori importanti, ma ce ne sono anche altri. Dispiace per i ragazzi, ma abbiamo usato i metodi di un club. Non abbiamo insistito e al primo avvertimento di un piccolo problema li abbiamo lasciati liberi. Potevamo pensare anche di forzare per martedì, ma abbiamo deciso di fare così perché abbiamo anche altri calciatori. Chi al posto di Chiesa? Zaccagni è quello di ruolo, Raspadori lo sa fare perché anche a Napoli ultimamente ha giocato lì. Poi ce ne sono anche altri. Non dimentichiamo che abbiamo alle spalle una storia importante, di cui fa parte per esempio Buffon. È una storia bella, che si porta dietro qualche ferita. Dobbiamo rimettere a posto queste ferite”.
Adesso la parola passa al campo, la prima risposta per la nuova Italia di Luciano Spalletti. Calcio d’inizio a Skopje alle ore 20.45.