Marco Grande
Pari e a reti bianche tra Udinese e Frosinone. Alla Dacia Arena, lo 0-0 finale accontenta più i ciociari che i friulani, ancora a secco di vittorie nel torneo. Al contrario, ennesima degna figura per il Frosinone che, ancora una volta, ha dimostrato di potersela giocare contro tutti. Non era facile per quelli di Di Francesco, attesi alla prima trasferta dell’anno contro un’Udinese rimasta orfana della sua punta di diamante Beto, volato in Inghilterra all’Everton per scrivere le sue prime pagine british della sua carriera. Ma non era semplice nemmeno per i padroni di casa che, per l’appunto, stanno ancora cercando di costruire una nuova identità senza l’attaccante portoghese.
Le scelte dei due tecnici
Il classico 3-5-2 di Sottil vede Silvestri tra i pali, con Bijol, Kabasele e Perez a difendere. Nei cinque di centrocampo, insieme al gioiello Samardzic, ecco Ferreira, Lovric, Walace e Kamara. Tutti a sostegno del tandem offensivo targato Lucca-Thauvin. Nel 4-3-3 di Di Francesco c’è subito spazio per i nuovi: dall’inizio l’ex Juve Soulé, che con Cheddira ed Harroui chiude il trio d’attacco. Barrenechea, Mazzitelli e Gelli sono i tre di centrocampo, mentre la difesa, che supporta Turati tra i pali, conferma Oyono, Monterisi, Romagnoli e Marchizza.
Avvio sprint, subito Soulé
Tanto con le grandi, quanto con le piccole, il Frosinone approccia al match col piede sull’acceleratore, con i friulani, al contrario, in gran difficoltà dalle primissime battute. La new entry Soulé si contraddistingue subito come tra i più propositivi. Tanta la motivazione per il classe 2003, arrivato in terra ciociara per dimostrare alla Juventus il suo valore. Che in una piazza come Frosinone, complice un minutaggio più massiccio, può assolutamente sfoderare. Di Cheddira il primo squillo: nemmeno dieci di gara, ed ecco che, sul cross proprio di Soulé, il rimpallo favorisce il colpo di testa dell’ex Bari, con la palla che finisce alta sopra la traversa. Poco dopo è ancora Soulé che flirta con l’idea della rete: azione sprint dei ciociari, culminata con il diagonale di Harroui, deviato proprio dall’ex Juve che, sotto porta, fa tremare il legno. E anche i tifosi della Dacia Arena. L’Udinese, poco dopo, prova timidamente ad affacciarsi, rispondendo con Thauvin. Da buona posizione, il tentativo a botta sicura dell’attaccante francese trova però un attento Turati. L’intensità dell’avvio dura pressappoco una ventina di minuti. Dopodiché, il ritmo scema comprensibilmente, visto che a Udine fanno ventisei gradi e che quello della Dacia Arena è solo il terzo impegno del campionato. Alla mezzora, poi, arriva l’episodio che potrebbe cambiare l’esito dell’incontro: Ferreira, in area, atterra Gelli. Per il signor Guida non ci sono dubbi, si tratta di rigore. Il tempo della conferma, però, è illusorio e dura appena qualche istante, perché dal controllo VAR scaturisce un iniziale fuorigioco di Mazzitelli. Decisione revocata e partita che prosegue. Adesso a ritmi piuttosto moderati. Fino allo scoccare del 45esimo, col gong di metà partita che sentenzia una parziale tutto sommato equilibrato, ma coi ciociari che, per occasioni create, forse avrebbero meritato qualcosina in più.
Ripresa e subito emozioni
In avvio di secondo tempo, decisamente meglio i padroni di casa, molto più in palla ed aggressivi. Neanche il tempo di ricominciare che le emozioni non si fanno attendere: un giro di orologio ed ecco che, incredibilmente, la scena se la prende un altro rigore, questa volta però per l’Udinese. Lucca viene steso da Monterisi in area e, anche in questa circostanza, nessun dubbio sulla concessione del penalty. Almeno all’inizio però, visto che la decisione non scappa al controllo VAR. Che segnala un precedente fallo in attacco commesso proprio da chi, in teoria, lo aveva subito. La palla in rete non vuole proprio entrare. E l’Udinese segnerebbe pure, ad inizio ripresa, complice un’autorete di Romagnoli, ma il pallone, dal cross di Thauvin da cui parte l’azione, era di poco uscito dalla linea di fondo. Prima dell’ora, ecco che si sveglia Samardzic, completamente assente fin qui. Al limite dell’area, tiro di sinistro del gioiello serbo, con Turati che la manda in corner. Intorno al 60esimo, è il colpo di testa l’arma prediletta dalla banda di Sottil: prima Turati risponde pronto su Kabasele, poi è out il tentativo di testa di Thauvin. Girandole di cambi si imbattono sulla Dacia Arena, da una parte e dall’altra. Serviranno per far passare i minuti e per rallentare il ritmo fino a quando il Frosinone mette, per la prima volta nella ripresa, nuovamente la testa fuori. Sfiorando la rete del vantaggio. Incursione in area di Harroui, e terza rete in serie A vicina per l’ex Sassuolo. Se non fosse per Silvestri, che devia. Ma anche per Kabasele, un vero e proprio muro sul tap-in seguente di Cheddira. Sarà l’ultima grande occasione del match, visto che le successive girandole di cambi fanno perdere vivacità e ritmo alla sfida. A questo, poi, si aggiunge il fatto che, con lo scorrere del tempo, l’impressione è che ambo le squadre vogliano accontentarsi della divisione della posta in palio. E, di fatto, dopo sei minuti di recupero, ecco che cala il sipario su un incontro complessivamente vivace ed emozionante, privato soltanto dall’assenza di marcature. Bene entrambe le squadra anche se, c’è da dirlo, se ce n’è una che può vantare un pizzico di rammarico in più, quella è senz’altro l’Udinese di Sottil.