Marco Grande
Nel frenetico avvio di campionato, non spuntano solo il Napoli, il Milan o il sorprendente Verona, tutte primissime a punteggio pieno. Già, perché a farsi notare sono anche le neopromosse, finora tutte fuorché ultime ruote del carro. Frosinone, Genoa e Cagliari. Chi ha raggiunto la promozione in scioltezza come i ciociari e i liguri, e chi come i sardi, invece, la massima serie se l’è aggiudicata grazie ad un blitz all’ultimo respiro, nel ritorno della finale playoff col Bari. Tre destini approdati in A in differenti modi, ma oggi tutti accomunati dal fatto di non voler soltanto esistere o sopravvivere in questo campionato, con la chiara intenzione di lasciare il ruolo di comparsa a chi, almeno sulla carta, dovrebbe dormire sogni tranquilli.
A partire dai laziali, che allo Stirpe hanno già messo sotto l’illustre vittima incarnata dalla Dea atalantina ed impensierito, all’esordio, niente meno che il Napoli campione d’Italia. Rischiando il colpaccio anche contro la banda di Rudi Garcia. Ad entusiasmare, al di là dei risultati, è la spensieratezza e la totale assenza di timore reverenziale con cui i ragazzi di Eusebio Di Francesco hanno approcciato al match. Quasi come se in serie A quei ragazzi giocassero da una vita quando, al contrario, il Frosinone è appena alla sua terza stagione nell’élite del calcio nazionale. Una squadra destinata a crescere con il passare delle giornate e che nell’ultimo sprint di mercato, ha visto l’ingresso di due ex Juve, quali Soulé e Kajo Jorge che vanno ad impreziosire una squadra già robusta con Harroui in grande spolvero e l’ex Bari Cheddira che in Ciociaria deve confermare quanto di buono fatto vedere nella passata stagione in Puglia.
Per non parlare del Genoa, che avrà pur perso malamente all’esordio a Marassi contro la Fiorentina, ma che si è rifatta con gli interessi, andando a prendersi i tre punti sul terreno dell’Olimpico di Roma contro la Lazio. Retegui è un affare non solo per il Genoa, ma anche per il calcio italiano. Scoperto e portato in Nazionale da Roberto Mancini, all’Olimpico ha fatto reparto da solo, mettendo in seria apprensione la retroguardia biancoceleste, firmando un gol da rapace d’area di rigore, muovendosi con i tempi giusti favorendo l’inserimento dei compagni. Ovviamente per la gioia di Alberto Gilardino che di gol e di attaccanti, se ne intende.
E infine, ma non per ultimo, il Cagliari di Claudio Ranieri, autore di un pari positivo col Torino, prima di arrendersi ai vice campioni d’Europa dell’Inter che francamente in questo avvio di stagione, sono difficili da affrontare per tutti. A mercato chiuso e con tutti gli uomini a dispozione, sarà la longa manus di Ranieri a fare il resto, per regalare alla Sardegna intera, una squadra degna di un passione glorioso, di cui lo stesso Ranieri ne è stato tra i protagonisti.
Da seguire con attenzione il prossimo turno che porta le tre sorelle in trasferta. Delicato l’impegno del Grifone al Vecchio Torino contro granata di Juric che ancora non sono al top della condizione, ma di sicuri soino avversario particolarmente scomodo. Il Toro gioca bene e diverte, ed ecco perché per gli uomi di Gilardino è un ottimo banco di prova. Come lo è per il Frosinone che viaggia per la prima volta in stagione alla volta, Dacia Arena, per affrontare i friulani di Sottil, un solo punto rimediato domenica a Salerno dopo la sconfitta d’esordio in casa contro la Juventus.
Dal canto suo il Cagliari affronta al Dall’Ara il Bologna di Thiago Motta, scottato dal pari di Torino contro la Juventus, viziato da tante polemiche per la mancata concessione di un solare calcio di rigore che probabilmente avrebbe potuto indirizzare in ben altra maniera la sfida.
Tre impegni ad alta tensione, che serviranno a Genoa, Frosione e Cagliari per verificare lo stato di avanzamento delle condizioni di salute delle tre formazioni che tutto possono essere, meno che chiamate matricole. Lo impone il copione, lo certificano il lavoro di tre personaggi come Gilardino, Di Francesco e Ranieri.