Domani Roma-Salernitana. Mourinho: “Domani a giocare in attacco dovranno essere i tifosi”

Nella foto: José Mourinho

Torna a parlare José Mourinho alla vigilia della sfida dell’Olimpico contro la Salernitana. Sarà una Roma largamente incompleta, per questo il tecnico chiede aiuto alla sua gente. “Abbiamo lavorato bene, molto bene. Arriviamo praticamente con 40 giorni di lavoro dove tutti i giocatori hanno fatto il 100% del lavoro o quasi. Abbiamo avuto pochissimi problemi, nemmeno quelli che di solito ci sono in pre season. Nessuno domani rimarrà fuori per infortunio. Abbiamo due giocatori importanti fuori per squalifica però arriviamo bene. Ringrazio tutto lo staff e tutti i giocatori perché abbiamo lavorato molto bene in questo periodo. Siamo migliorati in diversi aspetti del nostro gioco. Paredes e Renato Sanches ci aiuteranno perché hanno qualità ma non sono preparati per giocare con noi conoscendo i nostri principi e dinamiche. L’attaccante? Lo sappiamo. Venire qua a piangere non vale la pena. Sappiamo tutti che dal momento che abbiamo perso Abraham, non abbiamo fatto niente per compensare questa situazione. È una cosa che tutti noi sappiamo. La società fa il possibile per risolvere la questione ma io alleno i giocatori che sono a disposizione. Chiedo una volta in più ai nostri tifosi di giocare domani da attaccanti, abbiamo bisogno di loro. Abbiamo anche due giocatori fondamentali per noi che sono fuori. Possiamo fare quello che abbiamo fatto questa settimana. I tifosi possono perfettamente aiutare. Lo stadio è pieno e ci sarà un caldo incredibile. C’è chi è arrabbiato per la questione della bandiere, ma io dico “andiamo” perché abbiamo bisogno di tutti dall’inizio. Mi fido dei ragazzi nonostante le difficoltà”.

Come lo scorso anno, all’esordio c’è la Salernitana. Avversario scomodo. “Ha il potenziale per arrivare in Europa, hanno un ottimo allenatore. Mi aspetto una gara difficile, come tutte in Serie A, mai dirò che mi aspetto una partita semplice. Dire che mancheranno Pellegrini e Dybala è ridondante. Nel calcio siamo anni indietro: iniziare una competizione con delle squalifiche per accumulazione dei cartellini gialli della stagione passata è fuori moda. In caso di cartellino rosso lo accetto, ma lasciare i giocatori così alla prima partita è demodé”. 

La Roma ha abbracciato Leandro Paredes e Renato Sanches dopo aver perso Matic. Mourinho è ancora infastidito e non lo manda a dire. “Del sig. Matic deve parlare lui, se vuole. Sentire il Direttore del Rennes mi è bastato: ha detto che parlava con Nemanja da più di un mese. Non c’è nulla da dire. Sono contento per Paredes, per non dire molto contento, mi piace da tempo. La scorsa stagione non è stata positiva, tolto il Mondiale. Non ha lavorato nella pre stagione, però è arrivato bene dal punto di vista mentale. Partirà dalla panchina, ma ci potrà dare una mano domani. Certo, l’uscita del sig. Matic non ce l’aspettavamo, però la Roma ha avuto una risposta immediata e fantastica. Matic ha giocato per noi in 50 partite, grande giocatore, ma lo abbiamo perso e abbiamo preso Sanches e Paredes, che non sono scarsi. Se li recuperiamo sono giocatori di grande qualità, senza perdere nulla. Il gruppo è sempre stato fantastico, chi va via piange. Io stesso ho ancora contatti quasi giornalieri con Oliveira, Veretout, Felix, Diawara. Se n’è andato uno, arrivano altri: la famiglia resta. Benvenuti ai nuovi e cammineremo tutti insieme”. 

Paredes e Sanches al loro arrivo a Ciampino (Foto Gino Mancini)

Da tempo il tecnico chiede un incontro con la proprietà. “Aspettiamo la fine del mercato per valutare. Difficile fare valutazioni adesso, però tante cose sono state fatte molto bene. I 30 milioni di giugno in quella situazione è frutto di un ottimo lavoro del Direttore e della società. Molti di questi giocatori li ho portati dal valore prossimo allo zero a cederli per aiutare la squadra. Difficile fare meglio con queste difficoltà. Nell’analisi serve equilibrio, per esempio: Sanches, Paredes e Auoar mi piacciono, però hanno giocato poco lo scorso anno oppure non hanno lavorato molto in estate. Devono essere preparati e tutelati, senza fare paragoni con altri club che hanno fatto investimenti enormi. Sono contento per Llorente e Ndicka: Diego lo abbiamo visto che lo scorso anno era al nostro livello, Ndicka ancora non sa giocare con noi. Mi dispiace per Ibanez: facile dire che ha sbagliato in certe partite, ma è più facile dire che è stato un nostro grande giocatore. Sembra che chi va via non era importante. Al di là dell’attaccante, la società e Tiago hanno fatto un buon lavoro, anche se non è semplice dire che sono super contento, ma sono tranquillo senza rabbia e senza litigare con nessuno. Sono positivo, perché i calciatori ne hano bisogno. La società vuole le stesse cose che voglio io, siamo insieme. L’incontro? Non credo che sarebbe contento e io parlassi degli affari nostri. Io sono suo dipendente, non vado a commentare il nostro rapporto”. 

Si attende l’investimento che finora è mancato. “Ci sono numeri che ancora non ho capito bene, nell’accordo per il FFP ci sono dei punti ancora poco chiari rispetto a quanto fanno gli altri club nella stessa situazione. Non è compito mio, però, io lavoro con i giocatori. Mi devo fidare della parole del Direttore e della società che fineremo il mercato con l’attaccante. Ho scherzato su Mbappé per dire che siamo in ritardo: lo sappiamo tutti. Non hanno potuto avere lo stesso successo con altri giocatori in altre posizioni. Devo aspettare, ma anche giocare domani. Devo fidarmi della gente che andrà in campo e in panchina domani, così come facciamo dalla preseason: alcune volte sono stato in tribuna oppure dalla panchina non ho parlato. I giocatori hanno lavorato molto bene, vedremo se settimana prossima succederà qualcosa altrimenti andremo a Verona con lo stesso spirito di sempre”. 

La Roma e gli arbitri, quasi un problema politico Mourinho. “Una cosa è la Roma, un’altra cosa sono io. Mi interessa solo il campo: che ci sia onestà e trattamenti uguali per tutti. Non ti piace Mourinho? Non mi interessa, se fai l’arbitro tutti devono essere uguali. Domani guardate le due panchine, poi facciamo i complimenti agli arbitri per aver trattato le due squadre nella stessa maniera. Non sono preoccupato che sia un fatto politico. Nel campo siamo tutti uguali: questo voglio”. 

E allora, tutto pronto per la prima in un Olimpico che per la 34esima volta di fila, registra il tutto esaurito. Si può cominciare. Calcio d’inizio alle ore 18.30.

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