Ricominciamo

Salvatore Savino *

 Eccoci di nuovo insieme. Ricomincia il campionato di calcio, e questa volta il Napoli veste la maglia con lo scudetto cucito sul petto. La squadra azzurra presenta una sola essenziale novità rispetto allo scorso anno, la guida tecnica. Il vincitore Spalletti infatti, ha preferito lasciare la squadra partenopea dopo il tricolore, sostenendo di essere molto stanco e di avere bisogno di riposo e di godersi la famiglia. Le vicende di questi giorni e le diatribe sulla panchina della nazionale, mi spingerebbero ad una serie di considerazioni che ad oggi mi sembra prematuro fare, e che darebbero luogo a polemiche che ad oggi non reputo interessanti. Ho sempre sostenuto che bisogna essere legati alla maglia, non ai singoli protagonisti, perché il calcio romantico di una volta, i Gigi Riva, i Sandro Mazzola, fino ai Totti, simboli e bandiere di una maglia, non esiste più. In queste settimane di ritiro precampionato, ho seguito con attenzione gli allenamenti del nuovo tecnico Rudi Garcia, e mi è sembrato che la falsariga sia la stessa del tecnico di Certaldo, con tanta attenzione ai particolari. Dal punto di vista tattico, l’impressione che ho avuto è quella che il tecnico francese voglia sperimentare non tanto varianti di modulo, quanto provi a cercare soluzioni alternative allo storico 4-33, per risolvere particolari situazioni, per superare gli ostacoli che i tecnici avversari, studiandoci attentamente da mesi, cercheranno di porre davanti al Napoli per neutralizzarlo. Questo era forse l’unico appunto che si poteva muovere a Spalletti, quello di aver avuto difficoltà a trovare sbocchi alternativi quando il nostro gioco veniva bloccato, come ad esempio, purtroppo, negli scontri con il Milan di Pioli, che con una marcatura ad uomo di Bennacer su Lobotka, ed un vecchio gioco in contropiede, ci ha eliminati dalla Champions.

Passando alle novità della rosa, apro una piccola pagina della recente storia azzurra: mi ha rattristato molto dover rendermi conto che la storia, in questa città, non è maestra di vita. Proprio come lo scorso anno, senza nemmeno avere quantomeno un attimo di maggior cautela, visto quanto accaduto col calciomercato scorso, e ancor più perché siamo diventati Campioni d’Italia, tanti, nelle prime settimane di mercato, già hanno cominciato con le critiche preconcette, con il solito noioso giochino del Napoli che non caccia i soldi, che non compra almeno 50 giocatori nuovi e così via. Sul difensore centrale, sostituto di Kim,  sono stati fatti 35 nomi, di cui si sono anche elencate caratteristiche e qualità,  senza capire che con lo scouting del Napoli questo gioco sarebbe da evitare, perché si rischiano di fare delle magre figure. Sarebbe da evitare soprattutto perché purtroppo, in questa citta, capita spesso che il solo fatto che venga fuori un nome, diventa immediatamente una opportunità, per i criticatori di professione, di dire che la società ha perso il campione x e il fuoriclasse y. Vecchia storia, ormai anche noiosa.

Voglio solo sommessamente far notare che, ad oggi, il Napoli ha perso solo Kim, andato per altro via per scelta personale, e non ha riscattato un N’ Dombelé che, nella sua breve esperienza partenopea, non è sembrato proprio un fulmine di guerra. Sono arrivati il miglior difensore Under 23 del Brasile, Natan, ed un centrocampista svedese, giovane, Cajuste, sulle cui qualità, per quel che ho visto in pochi sprazzi, sono pronto a scommettere. Non sappiamo, ad oggi, se qualcun altro andrà via o se qualcun altro arriverà (Gabri Vega sarebbe un colpaccio vero), ma questo, ricordo a tutti, è l’organico campione d’Italia, e se, come sembra, resterà Victor Osimhen, sarà come aver acquistato uno dei primi tre centravanti al mondo.

Prepariamoci dunque a questo nuovo campionato con fiducia, con la consapevolezza di essere i campioni d’Italia, e che faremo di tutto per difendere il titolo, così come riproveremo l’avventura Champions, sperando di migliorare ancora. Palla al centro dunque, e…Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso Napoli