Mourinho al vetriolo: “A fine stagione parlo io”

Nella foto: José Mourinho (foto di SALVATORE FORNELLI )

Il tecnico

Uno stadio pieno vince da solo, ma uno stadio come oggi, con gente che fischia un giocatore dopo un passaggio sbagliato, non aiuta. Bove, se io sono tifoso della Roma, lo porto in braccio ogni giorno. Voi giornalisti non aiutate, ma la gente non capisce. I ragazzi hanno bisogno di sostegno. In un anno e mezzo che sono qui non ho mai fatto un’intervista se non quelle istituzionali, in conferenza. Aspetto fino alla fine, poi parlo io e ho tante cose da dire”.
Nella foto: Josè Mourinho (foto di Salvatore FORNELLI )

Una vittoria bella e importante per la Roma, con Josè Mourinho che incarna in tutto la romanità ed elogia i suoi. “Abbiamo lavorato bene in ritiro. La squadra ha più qualità quando siamo tornati. I ragazzi crescono, i più giovani. Gente come Mancini, Cristante e Ibanez, c’è il lavoro che fa migliorare. Chris non è troppo giovane, ma sono giocatori che crescono di qualità. I ragazzi stanno crescendo, di solito le squadre che hanno la pressione mediatica e sociale di fare grandi cose sono squadre che non hanno bisogno di far crescere i giocatori. Ho sempre avuto pressioni di fare cose importanti, però avevo prodotti finiti, giocatori di livello e di esperienza altissima. Questa gente cresce, arriviamo da un anno e mezzo insieme, questo Bove è diverso dal Bove di un anno e mezzo fa. Quando sono arrivato doveva andare in prestito in C. Solbakken non si era mai allenato su un campo di erba naturale. Senza il credito che i ragazzi meritano andiamo avanti. Giovedì ce n’è un’altra, contro una squadra che ha fatto SPA in Austria, hanno giocato in 3. Andiamo lì di nuovo, se vinciamo è fantastico, se perdiamo andiamo a casa e possiamo dormire tranquilli, anche nel momento della sconfitta è gente che può vivere in pace”.

Eppure c’è ancora gente che parla della Roma. Mourinho ne ha per tutti. “Spinazzola per me ha fatto una partita fantastica. Quando abbiamo fatto una partita di squadra di questo livello è dura per me parlare del migliore in campo. Leonardo ha fatto una partita straordinaria, pensavo di cambiare lui e Karsdorp al 60′ perché non pensavo avessero benzina per 90′, ma ho visto l’evoluzione della partita di Leo che è arrivato alla fine con una condizione molto buona, come Cristante, El Shaarawy, i tre difensori, chi gioca tutti i minuti ha fatto uno sforzo fantastico. Chi ha giocato meno e ha giocato oggi ha fatto una grande partita di squadra, sono molto contento principalmente per loro. Non è una gioia personale, sono contento per loro, meritavano di vincere questa partita contro un avversario difficile. Il mio sfogo? Quando Cafu perde una palla, hai un motivo per non essere contento? Cafu è il migliore al mondo nella sua professione. Lui o Maicon. Quando alcuni giocatori di altissima esperienza, come De Rossi, perdono il pallone, è normale che non piaccia. Quando Bove perde un pallone all’80’ e la gente fischia è un problema doppio. Quando dico Bove dico Karsdorp che non gioca da due mesi, Cristante che corre 12 km a partita. Chi perde palla e morde per cercare di recuperare merita rispetto. Siamo una squadra di gente seria, che dà tutto. Siamo una squadra che perde, abbiamo perso contro la Cremonese e volevamo vincere, così come a Lecce. Arriveranno altre sconfitte, pareggi, vittorie, questa è una squadra da rispettare. La gente sa i sacrifici che si fa per giocare? La gente non lo sa. C’è una curva che appoggia, ci sono zone che io sento passive, c’è un’altra zona che sono i tifosi avversari che si sono spostati, di solito sono alla mia sinistra, ma invece davanti a me a destra c’è un gruppo di tifosi avversari. Mi scuso perché non è il mio lavoro, sono i tifosi che devono criticare a me, non lo faccio per me, ma per i miei calciatori. I calciatori sbagliano perché hanno dei limiti. Zalewski non ha giocato molto bene come ala destra, a volte non sa dove gioca. Chiedo scusa a due colleghi, primo e secondo in classifica, Spalletti e Inzaghi: io non posso cambiare quattro giocatori come Dzeko-Lukaku, guardate i nostri limiti. I ragazzi danno tutto, io devo difenderli. Per me non è un problema, ho 60 anni e i capelli bianchi, voglio vincere come 20 anni fa. I ragazzi meritano di più”.

Mourinho sa quel che dice anche quando attacca, tipo dividere il gruppo tra bravi e meno bravi. “Magari ho sbagliato io e se ho sbagliato mi scuso. Se pensi che quello che è successo a Sassuolo, in cui ho esagerato nella dimensione della critica, è un esempio per cui faccio mea culpa. Se dire che i bambini l’anno scorso giocavano in un campo di plastica è intendere che hanno un percorso da fare ed è negativo non sono d’accordo con te. Qual è stato l’ultimo allenatore della Roma ad aver bisogno di tanti bambini? Quando la Roma ha vinto con un gigante come Capello c’erano Batistuta, Totti, Montella e Delvecchio, negli ultimi anni Salah e Dzeko. Un giocatore in prestito è una difficoltà tremenda per me e per loro, hanno poca possibilità di crescere. Solbakken non è arrivato prima del ritiro in Portogallo, ma due giorni prima della prima partita. I ragazzi meritano rispetto, totale. Qualche volta per il mio stile di comunicazione apro le porte alle critiche”.

Ne ha per tutti Mourinho. “Soldout? Uno stadio pieno vince da solo, ma uno stadio come oggi, con gente che fischia un giocatore dopo un passaggio sbagliato, non aiuta. Bove, se io sono tifoso della Roma, lo porto in braccio ogni giorno. Voi giornalisti non aiutate, ma la gente non capisce. I ragazzi hanno bisogno di sostegno. In un anno e mezzo che sono qui non ho mai fatto un’intervista se non quelle istituzionali, in conferenza. Aspetto fino alla fine, poi parlo io e ho tante cose da dire”.