Salvatore Savino*
Finalmente, dopo settimane di sofferenza, i portabandiera del disfattismo, del ” va tutto male “, dell’ “anche quest’anno non vinceremo nulla “, hanno potuto dare sfogo alla loro repressa voglia di criticare. Si erano dovuti fermare nel periodo ferragostano, e non per le vacanze, ma perché l’ottimo mercato fatto dal Napoli le aveva messi a tacere, dopo che ad inizio estate, per molti eravamo una squadra in disarmo, allo sbando, una nave che sta per affondare con il comandante che non vede l’ora di salire su una scialuppa di salvataggio e fuggire via. Ma analizziamolo questo mercato, partendo dalle idee e dagli scopi con i quali si è realizzato. Il Napoli società , dopo che i campioni che sono andati via, per due anni consecutivi non sono riusciti a qualificarsi nelle prime quattro (!), nonostante per un periodo fossero allenati dal tecnico più vincente al mondo o quasi, che in città molti davano per bollito, e dopo che, credo per la prima volta nella storia, si sia vista una squadra che si rifiuta di andare in ritiro come richiesto dalla società che li remunera, il Napoli dicevo, ha ritenuto di procedere ad una profonda operazione di rinnovamento, direi una vera rifondazione. La prima pietra fondante era la diminuzione del tetto degli ingaggi. Ovvio che a questo punto i senatori sono andati via: le offerte ricevute dai vari Koulibaly, Insigne, Mertens eccetera, non erano più fattibili per la società azzurra, e forse anche trattenere ostinatamente chi non aveva più la stessa fame di voler vincere qualcosa qui, non sarebbe stata una scelta giusta. Si è scelto di cambiare, di rinnovare, di ringiovanire. Quando si sceglie questo tipo di percorso, bisogna essere pronti a sapere attendere la crescita, la natura, la maturazione tecnica e tattica dei giovani, e saper affrontare i momenti difficili della stagione, supportandoli, dandogli certezze. Il primo che deve dare a questi ragazzi certezze e serenità e’ l’allenatore. Nella partita con il Lecce, Spalletti adotta un importante turnover, sicuramente giustificato dalla mole di impegni che attendono la squadra, ma che, a mio modo di vedere, richiede la coerenza di portarlo avanti, anche a costo di non raggiungere il risultato pieno. La presenza di N’Dombele e soprattutto di Raspadori dietro la punta centrale, in qualche modo obbligavano ad adottare il 4-2-3-1, e la scelta è condivisibile, così come la presenza di Ostigaard nella linea difensiva, rivelatosi un vero e proprio muro sulle palle alte, riuscendo praticamente sempre a catturare anche i lunghi rinvii del portiere avversario, già sulla linea mediana. I nodi del problema, a mio modo di vedere, stanno nella ancor più che precaria condizione fisica del centrocampista francese, nell’assenza di un uomo pensante come Lobotka, cosa che impediva alla manovra di essere lineare, semplice, obbligando i due centrali difensivi, senza riferimenti vicini, a dover inventarsela una manovra. Tutto ciò premesso, all’inizio della ripresa, rinnegare quasi tutto, inserire un centrocampo diverso, sostituendo però anche calciatori che forse non andavano bocciati diciamo così, ma cui andava data fiducia, non mi ha trovato d’accordo. Perché togliere Politano, tralaltro subito dopo un’azione vicinissima al gol, per un Lozano di nuovo impalpabile e ininfluente? Kvara, dopo le prime uscite di livello eccezionale, paga lo scotto dell’inesperienza, che lo porta ad incaponirsi in dribbling inutili. Di Lorenzo, non adeguatamente protetto in prima battuta, soffre per tutta la partita. Senza uno straccio di pallone giocabile, anche Osimhen diventa inutile, e il Cholito in dieci minuti a stento riesce a toccare palla…
Ora che vogliamo fare?
Alla prima battuta d’arresto gettaiamo via tutto il buono che si sta costruendo? Vogliamo già cominciare i canti di dolore su una stagione che e’ appena gli albori? Vogliamo già dare la croce addosso ai nostri ragazzi o al tecnico? Non credo che sarebbe la scelta più giusta. Siamo tifosi del Napoli e vogliamo il bene della nostra squadra. Criticare costruttivamente, dare una chiave di lettura della prestazione o delle scelte tecniche, deve servire a costruire, a migliorare, non a distruggere.
Il Napoli di Verona e con il Monza non era una invincibile squadra imbottita di palloni d’oro, e quello di ieri sera con il Lecce non è un team di dilettanti allo sbaraglio. Siamo un cantiere aperto, dove pian pianino tutti si assesteranno nel loro ruolo, capiranno bene i loro compiti, tutti daranno il loro contributo per raggiungere gli obiettivi prefissati.
E quali sono gli obiettivi? Il Presidente è stato molto chiaro, in occasione della presentazione del ritiro, sostenendo che si sarebbe fatto di tutto per riportare lo scudetto a Napoli, e, almeno per quanto riguarda il mercato, ha posto le basi per raggiungerlo questo traguardo, fermo restando che tutto è da verificare sul campo e tutto è migliorabile. Come già scritto in tempi precedenti, oggi Spalletti ha una rosa invidiabile, completa, che gli consente numerose opzioni e varianti tattiche. Evitare certi errori di gestione è un compito suo: arretrare e snaturarsi per timore di essere raggiunti, si è talvolta rivelata una scelta sbagliata, e bisogna far tesoro delle esperienze pregresse e non ripetere gli errori già commessi, ma sono certo che Spalletti, ottimo tecnico, ed il suo staff di grandi professionisti, sapranno condurre il Napoli verso i traguardi che tutti aspettiamo. Non sarà una strada facile certo, in un campionato che sarà strano, unico, con una sosta lunga in pieno inverno che però vedrà impegnati ai Mondiali tanti calciatori, di tante squadre, creando attese e dubbi a tanti sulle preparazioni fisiche, sulle tabelle di rendimento, sul recupero degli impegni con le nazionali. Un assaggio di queste difficoltà lo avremo subito, visto che avremo, in ordine: Sabato, trasferta a Roma con la Lazio, mercoledì il Liverpool a Fuorigrotta, il Sabato sempre a Fuorigrotta lo Spezia, il Martedì si vola dai Rangers in Scozia, e la domenica a San Siro ci aspetta il Milan…Roba da far tremare i polsi, ma noi abbiamo rispetto per tutti e paura di nessuno. Ragazzi in maglia azzurra, non abbiate paura, perché tutto il popolo del tifo napoletano e’ accanto a voi, convinto che riuscirete a diventare grandi. Non abbiate davvero paura di nessuno, e credeteci al fatto che potreste essere proprio voi a riportarci lo Scudetto, perché potete riuscirci. Vi esorto con due pensieri, di persone diversissime tra loro ma entrambi capaci di dare al cuore, alla volontà , all’anima, il posto più importante nella vita di ognuno di noi. La First Lady americana, Eleanor Roosevelt , da sempre attenta ai diritti umani, disse:
” il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni…” .
Accanto a questa, un pensiero di un grande scrittore e poeta brasiliano, Paulo Coelho:
” soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire “.
Non abbiate paura ragazzi, mettete l’anima in campo, credeteci. Noi saremo con voi.
Forza Napoli sempre
* Scrittore, tifoso del Napoli






