Massimo Ciccognani
TIRANA Il finale è col botto e Mourinho lo sapevo. Lo aveva disegnato a inizio stagione, convinto di riuscire a portare a casa un trofeo. E c’è riuscito, nella notte più bella per il calcio romanista. “È molto difficile vincere e bisogna avere tanti ingredienti. Tanti. E la nostra squadra ha fatto 55 partite, Rui Patricio ne ha fatte 54 da 90′ ed è una cosa assurda. Altri giocatori più di 40, più di 45 e siamo arrivati alla finale in questa condizione di stanchezza estrema, sia fisica che mentale. Abbiamo lavorato sul mentale, riuscendoci. La stanchezza fisica è più difficile, servono caratteristiche emozionali di un gruppo fantastico, che fa emozionare. Di un gruppo che ricordo una cena dopo Sassuolo, in cui dissi che questa stagione sarebbe finita in modo speciale. Ed è successo. Nel secondo tempo abbiamo avuto difficoltà, non solo fisiche. La partita ci ha obbligato a prendere delle decisioni di modifiche tattiche per tamponare il gioco offensivo. E questo è stato importante. Voglio fare i complimenti a loro, perché come noi hanno fatto 15 partite, partendo come noi dalla prima gara di Conference League e come noi hanno fatto una semifinale incredibile e dato prestigio a una competizione nuova che da oggi è diventata una competizione importante, con tutto rispetto di Eintracht e Rangers dico che non c’è paragone tra finali di Europa League e Conference League. Ho detto alla squadra dopo Torino che il lavoro era fatto. Questa squadra non andava bene per la Champions, avevamo una rosa che poteva andare in Europa League e ce l’abbiamo fatta. E questa coppa era per fare la storia. E la storia non si fa perdendo una finale. Ogni volta che ho perso una finale mi chiedevo: ‘ma cosa ci faccio qua? Era meglio uscire prima’. Abbiamo vinto, i ragazzi hanno dato tutto ed è un peccato che ora vadano in nazionale perché meriterebbero di andare in spiaggia. E ci vediamo la prossima stagione”.