Reportage: alla scoperta del mondiale Qatar 2022

Nella foto: lo Stadium 974

Massimo Ciccognani

DOHA (QATAR) Otto mesi all’inizio del mondiale di calcio di Qatar2002, ma la macchina organizzativa qatariota è in pieno fermento al fine di presentare a novembre l’abito più bello del Paese, una rassegna in grado di far brillare gli occhi al mondo intero. Era il mondiale che molti non avrebbero voluto, ma è anche una opportunità per chi magari il grande calcio lo vede solo attraverso lo schermo della tv. Che invece per un mese sbarcherà qui in Qatar. 

Davanti a noi una Doha che è ancora un cantiere aperto, perché se è vero che gli impianti sono in fase di ultimazione, molte strade, piazze, servizi, debbono essere ultimati e dovranno spingere in questi ultimi mesi per chiudere i lavori e presentare agli occhi dei milioni di visitatori tifosi che sbarcheranno qui in Qatar, il volto più bello e suggestivo del Paese. Doha è una città bellissima, poco più di due milioni di abitanti, dove praticamente manca nulla, dove la tecnologia viaggia veloce come i sogni di un Paese che vuole mettersi in vetrina agli occhi del mondo. In pochi anni è stata costruita una modernissima metropolitana, totalmente automatizzata, 76 chilometri di rete che dall’aeroporto di Hamad porta al cuore della città, a West Bay dove si stagliano sovrani i grandi hotel che dall’alto offrono un panorama mozzafiato della città.

Otto invece saranno gli stadi che osputeranno dal 21 novembre al 18 dicembre la rassegna nondiale di calcio, di cui sei nuovi, costruiti appositamente per il mondiale, mentre altri due sono stati ristruttorati e adeguati per l’evento. Tra i nuovi lo Stadium 974 con una particolarità, perché è stato costruito sfruttando la bellezza di ben 974 container, quelli che abitualmente vediamo nei nostri porti, all’interno dei quali sono stati collocati uffici, negozi per la vendita dei gaggets mondiali, punti ristoro. Uno stadio del tutto particolare, magari con un colpo d’occhio non bellissimo visto dall’esterno, ma efficace. Può contare circa 45mila spettatori, con un manto erboso di ultima generazione. Al termine del mondiale, sarà smantellato e le strutture utilizzate per altri eventi. 

Tra i nuovi impianti, il Luisail Stadium che ospiterà la finale del torneo, 86mila spettatori, aria condizionata per tutto il campo per far sopportare meglio le temperature che anche a novembre saranno alte, mai come quelle estive dove qui si toccano oltre i 55 gradi e che avrebbero reso impossibile giocare un ondiale di calcio.

La prima impressione, dopo una settimana in Qatar, è che, come sostiene il presidente Infantino, sarà un grandissimo mondiale, il miglior della storia. Lo disse anche prima di Russia 2018 nella pancia del Cremlino, e il tempo gli ha dato ragione. E allora non rimane altro che aspettare. Il sorteggio è stato effettuato, ogni squadra già conosce i nomi delle prossime avversarie. Il conto alla rovescia è già cominciato. Il 21 novembre il grande giorno tanto atteso in Qatar dall’emiro Al Thani, per il calcio d’inizio, per regalare al mondo un mese di grande calcio, cartina di tornasole per la promozione di un paese che vuole bruciare le tappe e diventare una meta pestigiosa a livello turistico.

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