Stefano Sale *
Dalle stelle alle stalle. Dall’euforia alla depressione. Dal paradiso all’inferno. Tutto in soli quattro giorni. La grande vittoria contro l’Atalanta aveva risvegliato il popolo giallorosso. In questi quattro giorni non si è parlato d’altro. La Roma rientrava nella lotta per il quarto posto, poi vediamo, magari con qualche innesto nel mercato di riparazione, con gli scontri diretti alla ripresa del campionato, con un calendario favorevole a seguire, ecco che già si prospettava la grande “remuntada”. Ed invece eccoci qua a commentare l’ennesimo passo indietro e non in avanti. Una partita preparata male e giocata peggio, che lascia un brutto amaro in bocca. Un pareggio che nessuno di noi aveva messo in preventivo. Una delusione enorme. Forse la prestazione di Bergamo adesso va rivista e forse anche ridimensionata. Forse ci siamo presi dei meriti oltre il dovuto, visto poi cosa ha combinato l ‘Atalanta a Genova. Forse la Roma gioca meglio quando non deve fare la partita, visto anche gli ultimi precedenti in casa. Forse la Roma è una squadra dove si esalta quando viene attaccata, forte nelle ripartenze, con gli strappi di Zaniolo, Abraham e co. Forse la Roma non è ancora una squadra in grado di competere a certi livelli, e come dice Mourinho, questo è il posto che ci compete in questo momento, da quinto, sesto posto. Detto questo la Samp ha fatto un po’ come la Roma a Bergamo, ma senza la stessa qualità, quindi non in grado di venire qui a vincere. Ma in difesa hanno fatto una gran partita, con Yoshida e Colley strepitosi, un po Smalling e Ibanez a Bergamo. Certamente, ma il rammarico rimane, anche perché dopo il vantaggio abbiamo avuto almeno un paio di ghiotte occasioni per andare sul 2-0, malamente non sfruttate. E adesso forse parlavamo d’altro. Ma la croce non si può dare al giovane Felix, reo di aver fallito un gol facile facile, piuttosto a giocatori come Mkhitaryan, che non ha mai fatto la differenza neanche da trequartista. Una Roma spuntata come lo era stata contro lo Spezia fino ad un certo punto. E allora bisogna prenderne atto. Questa squadra non è ancora attrezzata, negli uomini, nel gioco e nella mentalità. Bisogna costruirla con un paio di pezzi alla volta per portarla a ad un livello superiore per poi cercare di competere, speriamo tra uno o due anni. Josè Mourinho lo sa bene ed è solo lui in grado di farci crescere per portarci a quel livello. Adesso spetta alla società’ fare altri sforzi, se quello è l’obiettivo. L’arrivo di Grillitsch o chi per lui, con un vice Karsdorp e magari un altro centrale che possa garantire continuità e solidità come vice Smalling, visto che Kumbulla non è proprio un prediletto di Mou. A maggior ragione. L’inglese è una sicurezza quando sta bene, tutto il reparto gioca meglio con lui in campo. Col ritorno di Pellegrini e co. e Spinazzola al rientro ci sono i presupposti per fare ancora qualcosa di buono. Rimane la Coppa Italia e la Conference League, due obiettivi reali, molto più del quarto posto, ormai chimera. Aspettando l’anno nuovo, un augurio per tutti. Buone Feste. Forza Roma!
*Roma Club Dublino, tifoso Roma