Domani Roma-Torino. Mourinho: “Siamo in emergenza, Mancini può giocare a centrocampo”

Nella foto: Mourinho (Foto Gino Mancini)

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C’è il Torino sulla strada di una Roma rivitalizzata dal doppio successo con Genoa e Zorya, ma Mourinho non si fida e tiene alta l’attenzione. “Il Torino è’ una squadra che difende molto bene, ha uno stile proprio. Non dico un modo unico perché ci sono altre squadre che lo fanno, ma sono un bello esempio di questo stile difensivo. Non concede tanto, sarà difficile. Servirà grande qualità offensiva per fare gol”. 

Roma falcidiata dalle assenze a centrocampo: out Veretout, Cristante e Villar. Mou costretto a rivedere l’assetto tattico. “Difesa a 4? E’ una buona domanda, di calcio. Non ti voglio rispondere. In questo momento la situazione migliora rispetto le opzioni che abbiamo. Con il Covid di Cristante e Villar e la squalifica di Veretout, ora il problema si è trasferito a centrocampo. Mancano due titolari assoluti e Villar che è un’opzione di qualità. Abbiamo un’opzione per giocare a 4 o a 5. Senza terzini potevamo giocare solo a 5”. 

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Probabile lo spostamento di Mancini in mediana. “Certo che può. Principalmente perché in questo momento abbiamo i quattro centrali disponibili. Se tocca a qualcuno di loro fare questo sacrificio, lo faranno. Ibanez ha già giocato terzino sinistro. Se Mancini giocherà a centrocampo lo farà. Ci sono cose impossibili da fare come mettere Zaniolo terzino o Vina attaccante. Ma ci sono giocatori come Mancini, Mkhitaryan e Ibanez che sono multifunzionali. E’ importante avere giocatori così in rosa. Anche la disponibile è importante. Mancini ha già giocato a centrocampo”.

I tifosi della Roma, il primo pensiero del tecnico giallorosso. “La passione la conoscevo. Tutto questo amore per la squadra del cuore me lo aspettavo. L’ho sentito dal primo giorno. Dopo la cultura in Italia, prettamente in quella che ho conosciuto prima non c’era paragone con il calcio inglese dove ogni partita con freddo, caldo o neve era sempre tutto esaurito. In questo momento sento un piacere molto grande. C’è un’evoluzione positiva. I nostri tifosi hanno visto solo vittorie in casa? No, abbiamo perso, abbiamo giocato bene e così così, ma loro vanno allo stadio e hanno sempre una squadra che gioca per se stessa e per loro. Questo al tifoso fa sentire connessione, empatia. Questa è la ragione per cui la gente anche in Conference League che quando comincia non è una competizione che innamora era presente all’Olimpico. Per noi non è più facile giocare, ma più bello. Il calcio è così. Se abbiamo qualche responsabilità in questa positività piace anche a noi”.

Per vincere senza anche tanta pazienza. “E’ difficile da dire. Non c’è un obiettivo nostro particolare in questo. Ogni minuto è il momento giusto per segnare. Penso che siamo una squadra che va fino alla fine sempre. E’ la nostra caratteristica più grande. Con il Milan, con il Napoli o con il Venezia non ho mai visto la squadra morta. A Genoa anche avevamo pressione”.


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