Soddisfatto. Josè Mourinho sorride al termine della sfida con il Napoli e plaude alla sa Roma. “Mi è piaciuta la partita. Secondo me è stata di alto livello. Partita tattica, fisica e con qualche difficoltà tecnica ma con quel campo non è facile essere tecnici. Il campo sta bello perché la sabbia è verde. Dalla tribuna sembra bello, ma in campo è dura. Detto questo è una grande partita e ci sono state opportunità per segnare e vincere anche per loro. E’ una gara che abbia terminato tutti stanchi e dove nessuno ha accettato il pareggio fino alla fine. Loro arrivavano al top, noi eravamo in un momento che ci ha visto perdere immeritatamente a Torino e dal disastro che sentiamo tutti di giovedì. Il controllo emozionale e la forza psicologica mostrata mi è piaciuta. Meritiamo più dei punti che abbiamo, ma siamo lì. Dobbiamo continuare a lavorare e mercoledì ci sarà una gara dura a Cagliari”.
Dopo le sfide con Juve e Napoli, non può che crescere l’autostima. “Mi sarebbe piaciuto oggi al minuto 70 avere due terzini veloci, freschi intensi per cambiare la partita. Mi piacerebbe avere altre cose che non abbiamo, ma l’ho detto ieri: abbiamo speso tanti soldi per pulire quello che c’era prima. Se vuoi sapere chi gioca mercoledì a Cagliari, lo dico già ora: la stessa”.
Sull’espulsione offre la sua versione. “La mia visione è che l’arbitro ha fatto un lavoro positivo. Perché due gialli a me? Non lo so. Se fossi l’arbitro non avrei estratto nemmeno il primo. Sarei andato da Mourinho e avrei detto “Ei Josè, calmo. Non protestare”. La mia sensazione è che l’arbitro poi abbia fatto un buon lavoro”.
Eppure Juve e Napoli hanno partorito un solo punto e questo accresce il rammarico del tecnico, soprattutto per la partita di Torino. “Sicuramente perché contro la Juve non meritavamo di perdere e oggi il punto è perfettamente accettabile. Oggi potevamo vincere o perdere. Un punto in queste due partite non è buono, ma dopo stasera nessuno va a casa con la sensazione che il Napoli torni a casa da leader. Abbiamo preso un punto perché lo abbiamo meritato. Con Cagliari e Milan non sarà diverso. Giocheremo con lo stesso tipo di mentalità”.
Villar, Diawara, Kumbulla, Reynolds e Kumbulla in tribuna. “Dico sempre che chi sceglie la panchina non sono io, ma loro. E’ semplice: il calcio è un modo crudele per tutti, principalmente per gli allenatori. Per i calciatori anche deve esserlo. Non sono giocatori che hanno una croce su di loro. Non sono finiti con me, domani è un altro giorno e ricominciano da zero”.
Come ha ritrovato Spalletti? Vi ritrovate migliorati?
“Io penso che l’allenatore è un lavoro dove si smette di migliorare quando non lavoreremo più. Si accumula esperienza. Sono molto contento di ritrovare tutti e sono felice della nuova generazione di ragazzi come Italiano o Dionisi che propongono cose buone e diverse. Insieme possiamo fare una Serie A bella”