Uniti si va lontano

Stefano Sale *

La Roma riparte ufficialmente da José Mourinho con una vittoria in Turchia. Importantissima non solo per la qualificazione. Un risultato negativo avrebbe fatto scattare i primi mugugni e riaperto inutili polemiche per la cessione di Dzeko all’Inter, unita a quello di Pedro alla Lazio.  Operazioni discutibili, specialmente l’ultima. Se con Edin non c’erano alternative ed il rapporto era finito, lo spagnolo all’altra sponda invece è un fulmine a ciel sereno, comunque difficile da digerire per i tifosi.  Non è provincialismo bensì sano campanilismo. Roma non è Milano e mai lo sarà.  Ultra trentenni e reduci da una stagione quasi fallimentare. Operazioni che dal punto di vista finanziario andavano bene a tutti. Ma la piazza vive di umori. Il tifoso romanista teme il riveglio dei suoi campioni altrove, ed il tradimento rimane comunque sempre un tradimento. Quarantanni fa le rivolte popolari. Le abbiamo vissute. Da Cordova a Manfredonia. Ma oggi il calcio è un’altra cosa. La società poteva non darli ai nostri rivali?  Ci avranno provato ma poi le cose si sono messe così. Chiamasi esigenze.  Passerà anche questa. L’ambiente ha solo bisogno di fiducia e convinzione. Ma soprattutto di risultati. Solo il campo potrà cancellare le arrabbiature. Se ne riparla ai primi gol di Abraham. Poi se Dzeko o Pedro faranno meglio altrove sarà solo un piccolo dettaglio. Un grazie ai Friedkin per l’incredibile serietà ed impegno. Un grazie a Mourinho per rimettersi in gioco qui, col compito non facile di cambiare il DNA mentale di questa squadra. Tutto con estrema chiarezza. Non saranno tutte rose e fiori ma piano piano uniti si va lontano. Forza Roma. 

*Roma Club Dublino, tifoso Roma