Il girone superato a pieni voti. E il presidente federale, Gabriele Gravina, se lo gode. “Abbiamo sempre detto, fin dal primo momento, che avevamo bisogno di riavvicinare la nazionale agli italiani e oggi gli italiani si riavvicinano a questa nazionale, che è popolare in senso buono. Anche ieri questi ragazzi, autonomamente, hanno avvertito il bisogno di uscire e farsi vedere dai tifosi. Vedere questi ragazzi a passeggio per Villa Borghese con due ali di tifosi a incitarli è un altro bello spot per il nostro paese. Questa nazionale è un regalo per gli italiani dopo tanti mesi di sofferenza a cui siamo stati sottoposti e affonda le sue radici in un percorso di tre anni, esaltante e supportato da tutti”.
Sembra che con il ct Mancini siano un tutt’uno. “Noi siamo una squadra unica, straordinaria sotto il profilo della valorizzazione dei sentimenti. Abbiamo investito tante energie e tempo sotto questo aspetto, la nazionale può risvegliare l’orgoglio di questo paese e sta coinvolgendo l’intero paese, pur restando una grande famiglia”.
L’Italia che riparte dai giovani, impone una riflessione anche a livello di club. “Siamo sulla strada giusta. Penso che l’Italia abbia dei talenti importanti e questi devono essere valorizzati al meglio per farli diventare dei campioni. Bisogna avere fiducia in loro e i club devono trarre da questa nostra esperienza un esempio: l’investimento sul settore giovanile è una delle modalità più importanti per ritrovarsi in casa un asset che è anche una soluzione anche ai problemi di natura economica”.
Venticinque calciatori su 26 sono scesi in campo. “A parte Meret, tutti i calciatori convocati sono scesi in campo in questa fase finale dell’Europeo. Una dimostrazione di grande partecipazione e un ulteriore record, frutto di sintonia assoluta. Noi vogliamo mantenere inalterato questo equilibrio, è la nostra forza. Secondo me – continua il presidente Gravina – abbiamo poi vinto la scommessa più grande, quella di riportare la gente allo stadio in sicurezza, un messaggio di speranza per il futuro del Paese. Un mese fa sembrava impossibile un risultato di questo tipo, ora è realtà, All’Olimpico ci sono state 48mila persone ad assistere alle tre gare con un livello di sicurezza altissimo. Ringrazio di cuore i volontari e tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo”.
E sulla scelta di alcuni giocatori azzurri di inginocchiarsi per il “Blacks Lives Matter”, Gravina precisa. “Come federazione poniamo in essere ogni attività contro ogni forma di razzismo. Ognuno lo dimostra tramite le sue sensibilità e le sue convinzioni. Ne abbiamo parlato con i ragazzi. Sapevamo che il Galles lo avrebbe fatto e i giocatori sono stati liberi. Qualcuno li ha seguiti, qualcuno ha applaudito, come i nostri tifosi. Lasciamo i ragazzi liberi di seguire le loro sensibilità”.
E infine sul caso spostamento della fase finale a Roma o Budapest, Gravina smentisce. “Smentisco categoricamente l’ipotesi di spostamento della final four a Roma o a Budapest, non ci sono i presupposti dal punto di vista organizzativo. Quanto sta accadendo a Budapest desta attenzione ma anche preoccupazione per capire cosa può generare nei 10-14 giorni di incubazione di questo maledetto virus. La Uefa non strizza l’occhio a Budapest. Per quanto ci riguarda chiederemo una leggera implementazione del pubblico per i quarti di finale, anche come test per le nostre societa’ in vista del prossimo campionato”.