Massimo Ciccognani
Le notti prima degli esami sono sempre le più difficili, eppure l’Italia di Roberto Mancini mostra serenità, tanto acume tattico e voglia di stupire. Gioca bene, vince e convince, segna quattro gol e asflata la Repubblica Ceca nell’ultimo test prima dell’esordio contro la Turchia, gara inaugurale di Euro 2020. A Bologna decidono i gol di Immobile e Barella nel primo tempo, Insigne e Berardi nella ripresa. Una gran bella Italia, una vittoria che aumenta l’autostima di una squadra che va accompagnata nel suo viaggio europeo, con grande fiducia.
Prove tecniche di formazione anti-Turchia
Mancini deve fare a meno di Verratti e Pellegrini ancora in fase di recupero, manda in campo una bozza di quella che potrebbe essere tra una settimana la formazione che affronterà all’Olimpico la Turchia nella gara inaugurale di Euro 2020. Il ct ripresenta Jorginho in regia con ai lati Barella e Locatelli. Dietro Florenzi e Spinazzola (che ha vinto il ballottaggio con Emerson Palmieri) sugli esterni, con Bonucci e Chiellini centrali davanti a Donnarumma. Davanti Insigne, Berardi e Ciro Immobile negli undici iniziali. Modulo 4-1-4-1 per la Repubblica Ceca con in campo gli “italiani” il doriano Jankto e il veronese Barak nei quattro di centrocampo alle spalle di Kmnecik, panchina per il bresciano Mateju, e sempre panchia per l’ex Roma Patrick Schick.
Paura Bonucci poi, la sblocca Immobile
L’avvio è lento, ma è di questi tempi, a soli sette giorni dal via dell’europeo, è pure comprensibile. L’Italia inizialmente fatica ad uscire con i cechi che pressano alti. L’Italia cresce piano piano, secondo i dettami di Roberto Mancini. Bravo Insigne a capire l’iniziale disagio e ad allungare i suoi. Due volte si inserisce Immobile con i tempi giusti, ma non è fortunato. Bonucci va a terra dopo un corpo a corpo con Krmencik. L’urlo di dolore scuote il Dall’Ara, il sospetto è di una distorsione. Il centrale esce poi rientra in campo convivendo col dolore, ma non chiede il cambio anche se si scalda Acerbi. L’Italia però cresce sulle sue convinzioni. Sale in cattedra Jorginho, Insigne è una spina nel fianco, Spinazzola spinge con grande decisione. Il vantaggio arriva grazie ad una intuizione di Insigne che cerca Barella nello spazio, libera male la difesa ceca, palla alla Scarpa d’Oro che si porta la palla sul destro e scarica in porta e palla in rete grazie anche ad una deviazione di Celustka: 1-0, mentre Bonucci sembra essersi ripreso.
Raddoppia Barella
Ancora Italia in totale controllo del match. Si cercano e si trovano Locatelli e Berardi. Immobile in tuffo manca di un nulla il raddoppio, ma è una buona Italia, che pressa alta e impedisce ai cechi di uscire dalla propria metà campo. La sorpresa, positiva, è Berardi che fa cose importanti, regalando più soluzioni di giocata per i compagni. L’Italia continua a spingere, Barella è bravo a recuperare palla sulla trequarti, èe una volta al limite calcia di destro, non benissimo, ma la deviazione di Boril spiazza nettamente Pavlenka: ed è 2-0, con il quale l’Italia va all’intervallo. Una bella Italia, che fa cose giudiziose contro un avversario tosto che era partito bene perdendo piano piano certezze dopo che l’Italia ha preso in mano il pallino del gioco. Tutti abbondantemente sopra la sufficienza, a dimostrazione, come dice sempre Mancini, che il valore aggiunto, è quello di una squadra che in campo si comporta da squadra. Bene così.
Festa Insigne
Mancini non cambia uomini, segno che vuole vedere ancora all’opera questi undici. L’Italia è padrona del campo, la qualità dei suoi uomini, l’arma in più della banda Mancini. Nazionale ispirata, Spinazzola sfonda bene a sinistra, Berardi costringe Pavlenka in angolo su piazzato. L’Italia gioca a due tocchi e lo fa benissimo, mandando costantemente fuori tempi i cechi. Insigne, oggi 30 anni, fa una cosa pazzesca, un colpo di tacco al volo sotto gli occhi del ct. Poi Chiellini al volo manda fuori di poco. Tutto facile, ma tutto meritato per una bella Italia, con palla che gira veloce. Repubblica Ceca in grande affanno. Un’ora di gioco, Mancini soddisfatto e adesso può far prendere fiato ad alcuni protagonisti. Quello che doveva vedere lo ha visto. Dentro Cristante, Emerson Palmieri e Acerbi che prendono il posto rispettivamente di Jorginho, Spinazzola e Chiellini. Come detto Insigne proprio oggi festeggia 30 anni. Partita stupenda la sua, mancava solo il gol per autofesteggiarsi. Immobile serve nello spazio il compagno che con l’interno destro supera Pavlenka per il 3-0.
Poker Berardi
L’Italia non forza e controlla, ma vederla giocare è un piacere per gli occhi. Gioca bene e si diverte. Un ingrediente prezioso per una squadra che sa sempre quello che deve fare. Quando rallentare, quando affondare. Così Cristante recupera in anticipo un pallone in mezzo e lancia in campo aperto Insigne, che di prima intenzione apre a premiare l’inserimento di Berardi, tocco morbido e Pavlenka è ancora battuto: 4-0. Altro giro di sostituzioni: dentro Chiesa e Raspadori per Locatelli e Immobile. Per il giovane attaccante del Sassuolo, è l’esordio in maglia azzurra. Insigne, altro tacco, giornata strepitosa per lo scugnizzo. E poi tanta accademia, per far passare i minuti ed evitare di farsi male. E nel finale spazio anche per Toloi che prende il posto di Florenzi. La stravince l’Italia che meglio non poteva presentarsi all’ultimo appuntamento prima degli Europei. Che la banda Mancini vuole giocare da protagonista sulla strada che porta a Londra.