Heysel, per non dimenticare

Alessandro Miele


29 maggio 1985. Bruxelles, Stadio Heysel.  Juventus e #Liverpool stanno per scendere in campo, pronte a contendersi il titolo di campione d’Europa. 

Manca poco all’inizio della partita, meno di un’ora, quando la curva dei tifosi del Liverpool inizia stranamente ad agitarsi. Sta per iniziare una delle solite bravate di quelli che, ormai in tutta Europa, sono conosciuti come Hooligans. Ma non sarà solo una bravata, bensì l’inizio di una vera e propria carneficina.

Cominciano a spingersi verso il settoreZ a ondate, cercando il c.d. take an end (“prendi la curva”) e sfondando le reti divisorie. Cercano lo scontro con i tifosi della Juventus ma, il tifo organizzato bianconero, è esattamente nella curva opposta, di fronte a loro. Lì, nel settore Z, ci sono tifosi neutri, tifosi bianconeri di tutti i giorni, famiglie, bambini. Loro, quello scontro, non lo vogliono e cercano soltanto una via di fuga. La polizia belga è del tutto impreparata e, oltre a non intervenire, manganella quelle persone che cercano scampo sul terreno di gioco. Sono costretti ad indietreggiare e a schiacciarsi contro un muro. La massa è ingente, il peso eccessivo. Parte del settore crolla, schiacciando decine di persone che, a terra, verranno calpestate da centinaia di tifosi impauriti in fuga.

I morti saranno 39, dei quali 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese. E, quella che doveva essere una semplice partita di pallone, sarà ricordata come una delle più brutte e drammatiche pagine di sangue della storia del calcio.