Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è intervenuto questa mattina in diretta su La7 durante Omnibus, soffermandosi inevitabilmente sulla possibile ripresa del campionato: “Ad oggi sono in corso contatti fra il comitato tecnico scientifico e la FIGC che nei giorni scorsi aveva presentato un protocollo per la ripresa. Il Comitato ha detto che il protocollo non era sufficiente, fra oggi e domattina ci saranno delle audizioni e si capirà qualcosa in più. Io ho sempre detto che la ripresa degli allenamenti non è sinonimo di ripresa del campionato. Qualcuno dice che non vuole incertezza, ma l’alternativa è fare come la Francia e fermare tutto. Vedo il sentiero per la ripresa del campionato sempre più stretto, ma intanto la ripresa degli allenamenti sarebbe importante. Io se fossi un presidente di Serie A, mi preparerei per riprendere in sicurezza il prossimo campionato. Le decisioni che stanno prendendo gli altri paesi, fra cui la Francia, potrebbe in un certo modo indirizzare anche la linea in Italia e più in generale in Europa. Non potevamo riaprire lo sport per tutti, ricordiamoci che lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A. Noi avevamo un’indicazione precisa dal comitato tecnico scientifico: tutti gli sport dovevano ricominciare per gradi”.
Cosa pensa la Serie A? “Comincio a credere che nei prossimi giorni, visto che ci sarà una riunione di Lega, possa esserci una sorpresa e magari la maggior parte dei presidenti di Serie A ci chiederanno di sospendere il campionato definitivamente”.
Il rischio zero? “Il rischio zero non c’è. Io ho chiesto al comitato se il protocollo della FIGC fosse applicabile o meno. Per esempio, siamo sicuri che la quantità di tamponi richiesta sia assecondabile? Il comitato ci ha detto che hanno problemi loro stessi per i tamponi, quindi è da valutare anche perché Serie B e Serie C magari non possono seguire il protocollo”.
L’impatto economico di un eventuale stop al calcio? “E’ vero che il calcio paga tasse per sostenere tutte le altre discipline, quindi sarei un folle a demonizzare il calcio. Ma serve fare dei passi avanti: io non posso dire oggi se fra un mese e mezzo potrà riprendere il campionato.
In Inghilterra non si sono ancora fermati, ma stanno pensando a piani B. Per esempio con le partite in chiaro, cosa che avevo provato a fare qua. Se si riparte, saremo disposti a pensare a questo aspetto? Io voglio aiutare le società, ma ripeto che tutto deve avvenire in sicurezza”.
I ragionamenti sul calcio saranno basati sulla situazione generale? “Assolutamente, il comitato ha suggerito che il nuovo DPCM avesse scadenza a breve proprio per verificare le curve dei contagi. Mi sembra assurdo che ce ne rendiamo conto tutti ma ancora no 3-4 presidenti di Serie A”.
Partite eventualmente a porte chiuse? “Quello è sicuro al 100%, dovesse riprendere sarà a porte chiuse. Ma una squadra di calcio non sono solo i giocatori in campo, sono decine, centinaia di persone. C’è differenza sostanziale fra allenamenti e partite: gli allenamenti saranno nei propri centri, dovessero ricominciare le competizioni ci saranno anche gli spostamenti. Questo non è detto che non possa accadere, ma dobbiamo verificare le condizioni. E capire: cosa accade se troviamo un giocatore positivo? Intanto pensiamo ad un piano B, lo chiedo alla Lega. E’ un appello, inizino a pensarci perché le soluzioni potrebbero essere tante”.
Esista una data limite per il calcio? “Al massimo entro questa settimana il comitato ci dirà se il protocollo è attuabile o meno. Entro 3 giorni al massimo potremo dire alla Serie A se potrà ripartire con gli allenamenti il 18 maggio. Pensare al 15 giugno e l’eventuale ripartenza, però, è impossibile”.
Allenamenti individuali nei centri sportivi? “Aspettiamo le valutazioni del comitato tecnico scientifico sul protocollo, non ho alcun pregiudizio. Sarà presa una decisione per il bene di tutti. Però è un po’ difficile fare un allenamento singolo, non credo che si allenerebbero uno da un lato e uno dall’altro”.
Bonus ai collaboratori sportivi? “Quelli che hanno fatto domanda avranno il contributo, abbiamo trovato le risorse. Poi gradualmente dovviamo consentire a tutti di riaprire, penso a centri danza, palestre e piccoli centri”.