Il coronavirus taglia la Liga: a rischio i grandi club

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Barça e Atletico Madrid nei guai, si salvano Real e Siviglia

dal nostro corrispondente

Daniele Orieti

MADRID Il mondo del calcio come del resto tutti gli altri settori sta vivendo un momento di difficoltà e di incertezze, dallo sviluppo dei calendari, ai protocolli sanitari per il ritorno agli allenamenti prima, alle partite poi. Nessuno si sarebbe mai aspettato una situazione del genere da dover affrontare e risolvere, che potrebbe trasformare il ‘sistema calcio per sempre’. Ci sono ancora molti dubbi sul futuro calcistico europeo, se si potrà tornare, come e quando in campo, e concludere questa terribile stagione. Per assurdo chi pagherà il conto maggiore per il Coronavirus, in Spagna, saranno le grandi e più importanti società, le quali vivono, oltre che di diritti televisivi, anche di vendita di prodotti, come maglie e gadget, e anche molto di turismo sportivo, ma ora essendo tutto bloccato, questi mancati entroiti potrebbero trasformarsi in ‘tragedia’ economica. Ora andremo a vedere nel dettaglio quali saranno le società più colpite e quelle che si sono fatte trovare pronte a questa emergenza. Di sicuro a rischiare tanto economicamente sarà il Barcellona, con il tetto ingaggi più alto al mondo, oltre ad avere già debiti da pagare e dover regolarizzare il bilancio societario, ma con il mancato ingresso di denaro, il futuro potrebbe diventare complicato, addirittura arrivando al fallimento societario. Altra grande società ad essere a rischio troviamo l’Atletico Madrid, con una spesa per i contratti dei giocatori smisurato, e una gestione economica del club, purtroppo quasi fallimentare. Alle due società si aggiungeranno, per motivi simili, il Valencia, l’Espanyol, il Valladolid e l’Alves. Tra le grandi di Spagna l’unica società sana e pronta ad affrontare questa crisi economica è il Real Madrid. Questo grazie ad una gestione economica oculata, fatta anche di sacrifici, come la vendita di Cristiano Ronaldo. Il paradosso del momento è che le società ‘medio-piccole’, come Athletic Club, Celta, Éibar e Leganes, ma si possono aggiungere Siviglia, Getafe, Betis, dimostra come la ‘dipendenza’ economica ai diritti televisivi o al merchandising che gira intorno al mondo calcistico potrebbe poi diventare nulla senza un criterio societario. Queste società trovandosi sempre a dover lottare contro tutto e a dover fare sempre i conti con le proprie tasche, sono e saranno un modello per il futuro, dalla valorizzazione delle proprie squadre giovanili, di giovani ma preparati allenatori, fino al rilancio di giocatori esperti, dati per finiti dalle fantomatiche grandi. Il futuro porterà certamente ad un ridimensionamento economico, tornando anche a spese reali e non folli, e tutto ciò forse potrebbe essere un fattore positivo per lo sport intero.

 

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