Massimo Ciccognani
I derby non si giocano, si vincono. Con la testa, con la voglia, con la determinazione. Quella che ha messo la Lazio che ha giocato la sfida con la giusta tempra. Una marcia in più. La Lazio correva, la Roma passeggiava senza idee per il prato dell’Olimpico. Alla fine è stato 3-0: apre Caicedo nel primo tempo, raddoppia Immobile su rigore e la chiude nel finale Cataldi. Vittoria meritata, perché cercata e voluta da una Lazio compatta, brillante, che ha giocato a calcio e messo in cassa tre punti che la riavvicinano a meno tre dalla Roma ma con una partita, quella con l’Udinese, da recuperare. Male la Roma che avrebbe potuto agganciare l’Inter e portarsi a meno uno dal Milan. Ma un’altra Roma, non quella vista stasera all’Olimpico.
Quante assenze Nella Lazio out Parolo e Immobile che vanno in panchina, nella Roma non c’è Manolas colpito da influenza intestinale, al suo posto Juan Jesus. Lazio con il 3-5-2, con Strakosha tra i pali, Bastos, Acerbi e Radu sulla linea di difesa. In mezzo Marusic, Milinkovic, Lucas Leiva, Luis Alberto e Lulic, con Correa e Caicedo in prima linea. Di Francesco risponde con il 4-3-3: Florenzi e l’ex Kolarov sugli esterni, Juan Jesus e Fazio centrali davanti a Olsen. In mezzo De Rossi, Cristante a fare da cerniera davanti alla difesa e Pellegrini, Zaniolo ed El Shaarawy alle spalle di Dzeko.
Solo Lazio La prima frazione è un monologo biancoceleste. Squadra meglio messa in campo, quella di Inzaghi, aggressiva, sempre prima soprattutto sulle seconde palle. La Lazio la domina in mezzo, la Roma soffre, non trova spazi, l’azione non parte mai da dietro complice il pressing biancoceleste e Olsen è costretto a lanci lunghi che trovano sempre più reattivi gli uomini di Inzaghi. La Roma non esce, non trova linee di passaggio, in mezzo Cristante e Pellegrini soffrono gli anticipi biancocelesti. Leiva, Luis Alberto e Milinkovic tengono in mano il boccino. La Lazio crea e sponda per vie centrali. Fa tutto, e bene, Correa, che trova il corridoio giusto per Caicedo che uccella Jesus, supera Olsen in disperata uscita e firma il vantaggio sotto la Sud giallorossa. La Roma è colpita al cuore. L’Olimpico si ferma al minuto 13 per il tributo a Davide Astori e quando si riprende, dopo sessanta secondi di applausi, è sempre Lazio. I biancocelesti dominano, ma non graffiano una Roma che dietro balla. Ci provano De Rossi, Florenzi e Zaniolo ad inventare, ma poca cosa. Ci prova Dzeko, bravo a liberarsi al limite, Strakosha c’è. La Roma prova a guadagnare campo, ci riesce a tratti nel momento in cui la Lazio prende fiato, ma senza sfondare. Tiri in porta zero, con la Lazio che continua a fare gioco. Marusic e Lulic affondano, dietro la Roma regala poche certezze, ma i biancocelesti non vanno mai al tiro pur esercitando un predominio netto. Uno a zero all’intervallo. Meglio, molto meglio la Lazio che tiene il campo con disinvoltura. Deve cambiare registro la Roma, così non va.
Cambia nulla La Roma prova ad avanzare il baricentro, velleitarie però le conclusioni di Zaniolo e Pellegrini. In mezzo sempre meglio la Lazio. Si danna Florenzi, un’anima in pena El Shaarawy, troppo lezioso Dzeko. La Roma non costruisce, sempre palla lunga, facile per la Lazio, attenta, con una marcia in più in ripartenza. Zaniolo ha l’argento vivo addosso, ma non basta. Il baby ce la mette tutta, fa breccia nella retroguardia laziale, ma si perde sulla conclusione ed è costretto ad uscire per un problema all’inguine. Dentro Perotti. Cambia anche Inzaghi, dentro Immobile, fuori l’autore del gol, Caicedo. Ovazione per lui. Di Francesco pensa anche a Pastore che va a rilevare De Rossi. Ci prova Florenzi a scuotere i giallorossi dal torpore, superparata di Strakosha, angolo.
Rigorosamente Lazio Venti alla fine e adesso la Roma spinge. Giallorossi adesso con il 4-2-3-1 classico. Proprio Pastore la manda fuori di un nulla, poi Correa sfugge a Fazio e va giù. Mazzolenti indica il dischetto, confermato anche dal Var. Dagli undici metri Immobile, Olsen intuisce ma palla in rete, esplode l’Olimpico: 2-0 Lazio. Quindici alla fine, Lazio padrona del campo, Roma impalpabile. Spazio per Cataldi che rileva Correa. A dieci dalla fine si rivede anche Schick che prende il posto di un evanescente (ma non solo lui) El Shaarawy. Solo Lazio e ad una manciata di secondi dalla fine, arriva anche il terzo gol con Cataldi. E in pieno recupero Mazzoleni manda sotto la doccia Kolarov per una entrata non certo ortodossa su Immobile. Vince la Lazio che sale a quota 41 a meno tre dai giallorossi e virtualmente quinti in casa di successo nel recupero interno con l’Udinese. Occasione persa dalla Roma che vede il Milan allungare a +4 e l’Inter, ora quarta, a +2. Mercoledì a Oporto, questa Roma non può bastare.