dall’inviato
Massimo Ciccognani
MOSCA Il freddo è tanto ma non sarà questo a fermare la Roma che domani a Mosca cerca il passaporto per accedere agli ottavi di finale di Championsd League. Al Luzniki, l’ex stadio Lenin, teatro degli ultimi mondiali, si gioca Cska Mosca-Roma, partita chiave, decisiva per la qualificazione, con i giallorossi in testa insieme al Real a quota sei e i moscoviti appena due lunghezze sotto. facile intuire la caratura di un match dove, al fattore climatico, si aggiungerà una squadra, quella russa, vogliosa di fare un altro sgambetto, dopo quello al Madrid. Ma la Roma è arrivata a Mosca con un giorno di anticipo sulla conferenza stampa, proprio per acclimatarsi al clima moscovita. Squadra serena, volti sorridenti e una gran voglia di mettere da parte le beghe di campionato. La Champions è altra cosa e la Roma vuole continuare a volare alta. In conferenza, nella pancia del Luzniki, arrivano Di Francesco ed Edin Dzeko. Attacca subito forte il tecnico. “Ritengo che si possano utilizzare diverse opzioni per quanto riguarda la formazione, ma la mentalità e l’identità non dipendono certo dalla formazione. Dobbiamo avere il giusto impatto sulla gara e capire le situazioni giuste, in poche parole, dobbiamo essere aggressivi”. La lingua batte dove il dente duole ed è impossibile non tornare a quanto accaduto al Franchi. “Le immagini parlano chiaro, abbiamo preso un rigore che non c’era e che ha condizionato la squadra – tuona il tecnico giallorosso -. Dobbiamo migliorare sulla gestione degli episodi, abbiamo aspettato troppo per ricominciare a giocare. Era successo già con la Spal di non reagire nel modo giusto. Per diventare grandi e crescere dobbiamo anche migliorare negli atteggiamenti e pensare a giocare, non fermarci a protestare”. Quello che stride in questo avvio di stagione, è il cammino altalenante della squadra. Quasi una condizione psicologia. “In campionato abbiamo 27 partite da giocare, ma dobbiamo dimostrare anche domani che in Champions stiamo facendo un altro cammino. Si vede la crescita dal punto di vista fisico e nel sistema di gioco, quello che dobbiamo migliorare è la continuità. Se ci uniamo i nostri mezzi sono importanti”. Già, migliorare, con il tecnico che che sta cercando di riplasmare la squadra, con Pellegrini più alto e Cristante vicino a Nzonzi. “Vedevo che avevamo difficoltà nell’avvicinare giocatori a Edin, ci appiattivamo troppo. Abbiamo migliorato determinati meccanismi. I ragazzi stanno facendo molto bene, siamo usciti dalle pressioni della Fiorentina giocando benissimo tra mediano e trequartista. Riesco ad avvicinare un giocatore a Edin, e questo a lui piace. Cercando magari di farlo tornare a segnare anche in campionato”. Altro tema di giornata, il “caldo” del Luzniki e le temperature basse cui i giallorossi non sono abituati. “Siamo arrivati prima – ha svelato Di Francesco – proprio per adattarci al freddo. Poi c’è anche la bravura dei russi, molto bravi con i due trequartisti ad allungare la squadra. Hanno giocatori di qualità, sono pericolosi ma noi dobbiamo interpretare la gara ancora meglio di come abbiamo fatto a Roma. Loro sono stati molto bravi col Real e in queste gare si esaltano”. Formazione praticamente decisa, perché Di Francesco non è uomo da ultimo momento e allora l’indiscrezione Kluiverte prende decisamente piede. “Kluivert è uno di quelli che potrebbe giocare dall’inizio col CSKA. Non ci sarebbe da meravigliarsi. Io non ho mai avuto paura a gettare un giovane nella mischia, non è questo che mi spaventa”. E non lo spaventa neppure l’auto candidatura di Paulo Sousa che ha dichiarato di voler allenare un giorno la Roma. Di Francesco risponde in punta di parola, ma stizzito. “Sinceramente non mi interessano, non le ho neanche sentite, ho altre cose a cui pensare molto più importanti. Sta a voi dire se è indelicato o meno visto che siete così bravi a leggere nel pensiero degli altri e magari anche nel mio…”.
Accanto al tecnico c’é Edin Dzeko che con la Champions vuole anche ritrovare i gol. “In Champions abbiamo fatto molto bene anche quest’anno, ad eccezione di Madrid – ha spiegato -. Forse perché in Champions ci sono poche partite e bisogna dare tutto. Anche in Serie A dovremmo fare lo stesso ma magari si pensa che contro Bologna, Chievo e Spal si vince facile ma non è così perché la serie A è un campionato difficile, tattico, bisogna dare il 100% sempre. L’anno scorso abbiamo visto tutti quanto sia bello giocare la Champions e arrivare in semifinale è stato ancora più bello. Siamo qui per vincere perché un nostro successo significherebbe passare il turno. Si gioca 12 mesi per Champions, dobbiamo dare sempre tutto. Non dico che arriveremo in semifinale ma vogliamo fare il meglio possibile”. La responsabilità sulle spalle di dover trascinare la Roma e quindi fare gol. “Quando non segno sono il primo a non essere contento. Ultimamente faccio più gol in Champions che in serie A e devo migliorare perché ho sbagliato qualche occasione di troppo. Penso a migliorare e non guardo indietro. Schick? Ricordo il mio primo anno qui. Lui è più giovane, alla Samp l’abbiamo visto. Deve iniziare da se stesso, dare di più in allenamento e in partita e noi più anziani dobbiamo aiutarlo. Non ha avuto fortuna, come contro il Frosinone, dove avrebbe potuto segnare senza quella grande parata e un gol può cambiare tanto”. Eppure in campo Edin denota un certo nervosismo, anche con i compagni. Dzeko sorride: “Sono ancora buono… è difficile cambiare così velocemente, avere cattiveria in campo è una cosa diversa. Non mi piace perdere e per questo sono nervoso. Non è stato l’inizio di campionato che avremmo voluto e non voglio perdere. Quando perdo la testa, come mi dice il mister, perdo 5-10 minuti in campo ed è vero, ma questa rabbia mi fa bene perché poi sento di avere un’altra forza. Il Cska? “Solo una volta ho perso ed era qui a Mosca. Il CSKA è cambiato molto, è rimasto solo il portiere. Hanno vinto con il Real, dovremo dare il massimo per vincere, perché è quello il nostro obiettivo”.