Ventura non si dimette: “Devo prima parlare con il presidente”

Massimo Ciccognani

MILANO L’ultimo “regalo” al calcio azzurro, Gian Piero Ventura lo regala nella notte di San Siro. Il tecnico avrebbe preferito non parlare poi, preso per le orecchie dalla federcalcio, si è presentato in sala stampa due ore oltre la fine della partita con la Svezia. Ennesima mancanza di rispetto verso chi dietro quei banchi della sala stampa lavora e che per le colpe di un tecnico inadeguato, ha dovuto ingoiare ettolitri di bile. E poi la sorpresa: Ventura non si dimette. E quanto meno prima deve parlare con il presidente Tavecchio. “ Non mi sono dimesso perché devo prima parlare con Tavecchio. Non so, c’è da valutare un’infinità di cose. C’è da parlare con la Federazione e analizzare il problema. La mia colpa maggiore? Fino alla partita con la Svezia eravamo dove dovevamo essere. La mia colpa è quella di aver fatto queste due partite e non aver segnato. Chiedo scusa agli italiani per il risultato, non scusa dell’impegno e della volontà.  È evidente che il responsabile sia l’allenatore. È un risultato che dal punto di vista sportivo è pesantissimo. Ero assolutamente convinto e, la partita di oggi lo ha confermato, che c’era una voglia feroce. Ma il calcio è questo e il verdetto va accettato. Sono orgoglioso di aver fatto parte del gruppo azzurro. Di aver lavorato con grandi campioni e con altri che auguro di diventare tali. Sono dispiaciuto perché allenare la Nazionale è qualcosa di unico e straordinario. Ringrazio il pubblico di San Siro che ci ha aiutato fino all’ultimo secondo”. Per Buffon, De Rossi e Barzagli è l’addio alla maglia azzurra. “Sapevamo che c’era il rischio del loro ritiro. Quello in Russia era il loro Mondiale e anche di tutti gli altri. E anche il mio”. Era il nostro mondiale caro Ventura. E ce lo hai tolto nella maniera più vergognosa possibile.

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